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''DANTE DI DESTRA’’,
BUFERA SU SANGIULIANO

"Il fondatore del pensiero di destra in Italia è stato Dante Alighieri: la destra ha cultura, deve solo affermarla". Fanno discutere le dichiarazioni del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, intervistato nel corso della kermesse milanese di FdI, "Pronti, candidati al via”, in vista delle elezioni regionali in Lombardia. "Dante di destra o di sinistra è una solenne dichiarazione d'ignoranza. Ma l'aspetto triste di questa sparata ridicola è che oggi il mondo della cultura ride di un ministro italiano, e questo è sempre un fatto negativo. Purtroppo la visibilità e il potere talvolta non fanno bene all'equilibrio di chi governa. Speriamo in un pronto recupero di Sangiuliano e in uscite più sobrie" così la senatrice e scrittrice Tatjana Rojc (Pd). “Piegare la verità secondo le proprie necessità, sottomettere la storia alla propria narrazione, ridurre l'universo della cultura ad una partita a carte, dove vince chi alza più la voce. Questo fa la destra ogni volta che deve legittimare se stessa e le proprie azioni, questo sta tentando di fare il governo Meloni. Da ultimo il ministro Sangiuliano, affermando che Dante sia il fondatore del pensiero di destra in Italia”  afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. "Il ministro Sangiuliano citando Dante come precursore della cultura di destra ha aperto uni squarcio di provocazione intelligente ma non c'è dubbio che il patrimonio culturale della destra sia immenso" afferma invece Simona Loizzo, deputata della Lega e membro della commissione cultura della Camera. "Esteticamente anche Croce era di destra - dice Loizzo - e se citiamo il romanticismo Leopardi e Foscolo erano due conservatori straordinari. È chiaro che tutti questi monumenti appartengano agli italiani ma la sinistra ha affermato, da Gramsci in poi, un pensiero unico in realtà inconsistente. Voglio ricordare che un pensatore come Giovanni Gentile è stato praticamente oscurato -conclude Loizzo - per la sua adesione al fascismo, pur essendo un filosofo studiato in tutto il mondo tranne che, appunto, in Italia". (Red – 15 gen)

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