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ARRESTATO MESSINA DENARO
IL PM: LA MAFIA NON E' SCONFITTA

ARRESTATO MESSINA DENARO <br> IL PM: LA MAFIA NON E' SCONFITTA

Matteo Messina Denaro, negli ultimi 30 anni di latitanza, ha vissuto un po’ ovunque in Italia, e nell’ ultimo periodo proprio in Sicilia, tra Trapani e Palermo, dove stamattina è stato sorpreso all’interno della clinica Maddalena cui si era affidato (sotto mentite spoglie) per delle sedute di chemioterapia. E anche se ci sono voluti tre decenni per trovarlo, “il lavoro dei Ros e della Polizia in questi anni ha sostanzialmente ristretto la rete di complicità di cui godeva Messina Denaro attraverso molteplici provvedimenti restrittivi delle persone a lui vicini, mancava il cosiddetto ultimo miglio”. Lo spiega Maurizio De Lucia, procuratore capo di Palermo, nella conferenza stampa a Palermo che, nel pomeriggio di una giornata destinata a rimanere nella storia, fa il punto sulla cattura di Matteo Messina Denaro. “Siamo molto orgogliosi del lavoro di questa mattina, che conclude lavoro lungo e complicatissimo da parte di tutte le forze dell’ordine di tutta Italia: abbiamo catturati l’ultimo stragista del periodo 92-93: un debito che la Repubblica aveva verso le vittime di quegli anni che almeno in parte è stato saldato” esordisce De Lucia. Un arresto avvenuto, sottolinea, senza l’uso della violenza e, come si è visto dalle immagini diffuse, senza l’utilizzo della manette, come si deve a un vero paese democratico”.

Messina Denaro è stato subito tradotto in carcere, dove resterà sotto il regime di 41-bis, anche perché “le sue condizioni di salute sono compatibili con il carcere”. L’ormai ex superlatitante “finora non parla, non ha dato indicazioni, dopodiché fino a stamattina non sapevamo neanche che faccia avesse. La cosa più importante in questo momento è la cattura, ora ci muoveremo”. Al risultato delle indagini hanno contribuito anche le intercettazioni, tema all’ordine del giorno della politica nazionale, e da Palermo arriva un messaggio chiaro: “Le attività di intercettazioni, se fosse il caso di ribadirlo, sono indispensabili per il contrasto di reati mafiosi e non, senza intercettazioni non si possono fare indagini e non si arriva a nessun risultato. Dopodiché abbiamo sviluppato indagini su tutti i livelli”, ammonisce infatti De Lucia. “La mafia non è sconfitta, l’errore più grave da fare sarebbe pensare che la partita è finita, ma questo è un passaggio importante. Anche la reazione della gente è un segnale importante in una città come questa. Non c’è dubbio che lui abbia goduto di protezioni in passato, noi stiamo indagando sulle protezioni di adesso. C’è una sorta di borghesia mafiosa che certamente lo ha aiutato e su questo sono in corso le nostre indagini”.

(Sis)

 

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