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PIANTEDOSI: NESSUNA
“TRATTATIVA” COL BOSS

PIANTEDOSI: NESSUNA <BR> “TRATTATIVA” COL BOSS

Lo Stato ha negoziato l'arresto di Messina Denaro? È la domanda posta tanto dal Corriere della Sera che dalla Stampa al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “Questo arresto – risponde al quotidiano di via Solferino il titolare del Viminale - è un risultato limpido, senza retroscena. Chi cerca di banalizzarlo e minimizzarlo, di metterlo in dubbio, di mortificarlo, fa un grave errore commesso in malafede. Le manette ai polsi di Matteo Messina Denaro le ha messe solo un lungo e duro lavoro investigativo portato avanti da unità dedicate con metodi di indagine tradizionali senza fronzoli e fantasie. Il merito e il plauso vanno ai magistrati e a tutti gli appartenenti alle forze di polizia che hanno svolto un grande lavoro per assicurare alla giustizia tanti fiancheggiatori di Messina Denaro. Lo Stato in questi anni ha lottato per questo storico risultato e ha vinto mettendo a sistema tutte le sue energie”. Due mesi fa – fa notare però La Stampa - Salvatore Baiardo, ex gelatiere e factotum dei fratelli mafiosi Giuseppe e Filippo Graviano, disse al giornalista Massimo Giletti che Messina Denaro era malato e si sarebbe consegnato alle autorità in cambio di cure e di un accordo sull'ergastolo ostativo. Sorprendente, no? “A parlare sono solo i fatti! – ribadisce Piantedosi –. Il Governo Meloni ha dato un segnale chiarissimo contro la mafia proprio con le misure sull'ergastolo ostativo. Tutto il resto sono soltanto ricostruzioni fantasiose”. Davvero non c'è stata alcuna trattativa prima dell'arresto? “L'arresto è avvenuto grazie al lavoro lungo e costante degli uomini e delle donne delle forze dell'ordine con metodi di indagine tradizionali e caparbi. Tutto il resto e fantasia senza argomenti”. Il presidente del consiglio Giorgia Meloni ha ribadito che l'ergastolo ostativo non si tocca. “Una scelta giusta e chiara contro la mafia”. La Costituzione, però, prevede che la pena debba essere anche riabilitativa. “Lo Stato ha ingaggiato una guerra contro la mafia che non può concedere al nemico dei vantaggi. Alla luce di questo vanno effettuate anche le valutazioni di ordine costituzionale”. (18 GEN - deg)

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