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direttore Paolo Pagliaro

NIENTE LEOPARD A KIEV
MANCA L’ACCORDO

Ferma determinazione nel sostenere la lotta di Kiev contro Mosca ma, per il momento, una parola univoca sulle forniture di carri armati all’Ucraina non è stata pronunciata dai rappresentanti dei paesi del “gruppo di contatto” riuniti a Ramstein. A smorzare le speranze espresse all’avvio del vertice dal presidente Volodymyr Zelensky è stata la Germania: è stata sì affrontata la questione della consegna dei carri Leopard, ma “nessuna decisione è stata presa”, ha precisato il nuovo ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius. “È apparso chiaro che le posizioni sono ben lungi dall'essere così omogenee come si potrebbe pensare”, ha detto a margine dell'incontro che ha riunito i ministri della Difesa e gli alti funzionari militari di una cinquantina di Paesi.
Al contrario, Polonia e Finlandia si sono offerte di consegnare immediatamente tali armamenti, ma qualsiasi spedizione di materiale bellico tedesco deve ricevere il via libera da Berlino. Pistorius ha comunque negato “l'impressione” che il suo Paese si opponga alla consegna dei blindati, assicurando che Berlino si stia in effetti muovendo in tal senso. Da parte sua, il ministro della Difesa polacco si è dichiarato “convinto” che gli alleati riusciranno a creare una coalizione per consegnare i Leopard all'Ucraina. In apertura dell'incontro, il presidente ucraino, in collegamento video, aveva esortato gli alleati ad accelerare le consegne di armi pesanti.
Da parte sua, il capo di stato maggiore americano, Mark Milley, in una conferenza stampa al termine dell’incontro di Ramstein ha affermato che sarà “molto difficile” per l'Ucraina costringere al ritiro nell'arco del 2023 tutte le forze russe dai territori occupati. “Ciò non significa che non possa accadere, non significa che non accadrà, ma sarebbe molto, molto difficile”, ha detto Milley, per il quale quello che potrebbe verificarsi è che Kiev attui una “difesa continua che stabilizzi il fronte”, una dinamica strettamente dipendente dalla consegna e dall'addestramento delle attrezzature militari che l'occidente sta inviando all'Ucraina. Milley ha affermato che, grazie agli aiuti degli alleati, sarebbe in ogni caso possibile per l'Ucraina condurre un'operazione offensiva tattica “significativa” per liberare quanto più territorio ucraino possibile.
Alla domanda se sia deluso dalla posizione tedesca sull'invio dei carri armati Leopard in Ucraina, Austin ha affermato che l'obiettivo è stato quello di “fornire la capacità di cui Kiev ha bisogno per avere successo a breve termine”. In quest’ottica il gruppo di contatto ha avuto “abbastanza successo”. Sottolineando che la Germania ha già rifornito l’esercito di Kiev con i veicoli Marder, Milley ha giudicato il pacchetto di aiuti militari inviato al paese invaso come “molto, molto efficace”. “Credo davvero che consentirà agli ucraini di avere successo in futuro, il che non dipende da un singolo sistema d’arma, ma è uno sforzo combinato di armi che abbiamo fornito e che credo davvero offrirà loro la migliore opportunità di successo”.
Dello stesso parere anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, per il quale le nuove forniture a Kiev concordate oggi aiuteranno l'Ucraina non solo a respingere l'offensiva russa, ma anche a liberare i territori occupati. “Accolgo con favore il nuovo significativo pacchetto di capacità di combattimento annunciato a Ramstein per l'autodifesa dell'Ucraina. La Russia sta preparando una nuova offensiva, quindi questo è un passo urgente per aumentare gli aiuti, che darà all'Ucraina la possibilità di vincere e restituire i territori occupati”, ha scritto su Twitter il capo della Nato. (20 GEN - deg)

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