“Attacchi generici e ideologici di cui sono davvero stufo”: così Roberto Calderoli, ministro per gli affari regionali e le autonomie, in una intervista a La Stampa, in merito alle critiche contro il suo testo di riforma dell’autonomia. “Quando mi sveglio al mattino non sono una gazzella e non sono un leone, ma un pachiderma che va avanti deciso per la sua strada. Questi attacchi non sono altro che innocue freccette sulla mia pellaccia dura, me ne faccio un baffo”. E replica in maniera diretta al monito del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che avverte del pericolo di spaccare in due il Paese: “Ma no, anzi, ha fatto grandi passi avanti sull'autonomia differenziata: da una chiara ostilità iniziale è passato adire che va difeso il principio di unità del Paese. Tema che condivido a pieno, tanto da averlo inserito nell'articolo 1 della legge attuativa”, “ha detto che si deve fare attenzione su alcune materie da trasferire alle regioni. Rispondo che le 23 materie sono generali, io voglio spacchettarle, perché da ciascuna materia vengano individuate una serie di funzioni, in modo da poter ragionare su quelle che può gestire lo Stato e quelle che possono passare alle Regioni. Io però non posso prendere per buona solo la visione degli imprenditori. E quella è la posizione di Bonomi, non di tutta Confindustria. Detto questo, sono sempre pronto a lavorare con tutti”. Quindi precisa che “ho apportato delle modifiche sostanziali nell'ultimo testo, che ancora non ho reso pubblico. Partiamo dai Livelli essenziali di prestazioni, i Lep, con cui si individuano i diritti civili e sociali di tutti i cittadini. Questi Lep vorrei fossero definiti non solo per le materie che si possono trasferire alle Regioni, ma anche per quelle che resteranno allo Stato. C'è poi la definizione dei costi e dei fabbisogni standard come condizione imprescindibile per ottenere il trasferimento di competenze. I costi standard ci dicono quanto si deve spendere, ad esempio, per una siringa. Il fabbisogno standard tiene conto di quanto costa avere quella siringa in un comune montano o su un'isola”. (29 gen – redm)