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Adesso la politica
costa meno

Adesso la politica <br> costa meno

di Paolo Pagliaro

(14 gennaio 2016) Un milione e 100 mila italiani hanno dunque deciso di devolvere alla politica il 2 per mille della propria imposta sul reddito. I giornali si sono divisi nel giudizio. Per Repubblica si tratta di un flop, considerando che i contribuenti sono 41 milioni. Per il Sole si tratta invece di un ottimo risultato, visto che l’anno scorso i donatori erano stati solo 16 mila.
Alla fine sono stati distribuiti circa dieci milioni di euro, la metà dei quali andrà al Pd. Il risultato sarebbe stato sicuramente diverso e migliore in termini di partecipazione se tra i possibili destinatari del due per mille ci fosse stato anche il secondo partito italiano e cioè il Movimento 5 Stelle, che invece ha rinunciato ai contributi.
Nel complesso su può dire che sta cominciando a funzionare il meccanismo di finanziamento introdotto dal governo Letta per compensare, almeno in parte, la progressiva riduzione del finanziamento pubblico diretto, che l’anno prossimo cesserà del tutto.
Se dopo anni di disamore torna un po’ di fiducia nei partiti, forse lo si deve anche al fatto che nel frattempo la politica ha dato segni di ravvedimento. Dal 2008 al 2015 i suoi costi sono sensibilmente diminuiti. I rimborsi elettorali sono passati dai 290 milioni del 2008 al 27 dell’anno scorso. Le indennità parlamentari sono state ridotte del 13% ed è stato abolito il vitalizio, sostituito da un sistema previdenziale basato sul metodo di calcolo contributivo.
I costi della politica sono diminuiti anche in periferia. I consiglieri regionali sono il 20% in meno rispetto a cinque anni fa, quelli provinciali sono la metà. Nel complesso, i pagamenti per indennità e rimborsi a livello regionale e comunale si sono ridotti del 24%.
La politica, dunque, è diventata meno vorace e gli italiani – stando ai dati sul 2 per mille - ricominciano a interessarsene.

 

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