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CYBER-BULLISMO, ECCO I CAMPANELLI D’ALLARME

CYBER-BULLISMO, ECCO I CAMPANELLI D’ALLARME

Oggi si celebra il Safer Internet Day, Giornata mondiale per la sicurezza in Rete, per la quale quest’anno in Italia il ministero dell’Istruzione ha lanciato una nuova campagna contro il bullismo, e il cyber bullismo in particolare. Ma ci si può accorgere se il proprio figlio è, o sta diventando, un bullo? E in questo caso, a quali segnali bisogna prestare attenzione? A rispondere è Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy. “Partiamo dal chiederci – spiega – perché un ragazzo dovrebbe diventare un cyber bullo. E il motivo è che il dominio sull’altro, il fatto di provocargli stati d’animo spiacevoli e umilianti e assoggettarlo a sé facendo leva sulla paura, è un surrogato della stima di sé. Il bullo o la bulla costruiscono un senso di potere personale sulle spalle della debolezza provocata negli altri. Chi si comporta da bullo, insomma, contrariamente alle apparenze, non è una persona forte e sicura di sé ma esprime insicurezza, scarsa autostima e immaturità”.

CAMPANELLI D’ALLARME - Ecco allora quali sono i 10 comportamenti che devono far suonare un campanello d’allarme per i genitori. 1. E’ spesso nervoso e impulsivo, o al contrario si chiude in lunghi silenzi, “una sorta di ‘ritiro sociale’, come se vivesse solo covando risentimento” spiega Margherita Spagnuolo Lobb. 2. E’ aggressivo e incapace di esprimere in modo costruttivo i propri stati d’animo. Un ragazzo che passa molte ore da solo, o che è sempre davanti al computer, o che fa battutine sarcastiche sulla purezza delle ragazze o sull’affidabilità degli adulti, o ancora che reagisce ai rimproveri sbattendo le porte e dicendo parolacce, sostiene la psicoterapeuta, “sta celando nel suo cuore qualcosa che va compreso”. 3. In famiglia ci sono storie di abusi, anche solo verbali. “Sappiamo – spiega Margherita Spagnuolo Lobb – che tutti coloro che usano comportamenti di abuso hanno imparato a sottomettere l’altro dalla loro storia familiare. Gli abusanti, tra cui i bulli, sono stati umiliati, non sono stati aiutati a crescere orgogliosi delle proprie forze. Sono ragazzi che hanno subito umiliazioni e vessazioni dai genitori o dagli educatori. Non hanno potuto sviluppare un potere personale pieno e rispettoso verso l’altro. Devono ‘rubare’ la stima di sé ai più deboli”. 4. Frequenta cattive compagnie.

I BISOGNI DEI RAGAZZI - “Il genitore deve abbandonare l'atteggiamento ‘polliannico’ di vedere tutto ciò che riguarda il figlio come roseo e innocente - prosegue la psicoterapeuta -. La società malata arriva a lui prima e più che a noi, attraverso internet e attraverso cattive compagnie. I ragazzi hanno bisogno di confrontarsi con i pari, è essenziale per la loro crescita, dunque il genitore deve controllare che compagnie frequenta non per soffocarlo ma per garantirgli il più possibile un ambiente sicuro”. 5. Cerca disperatamente di essere membro di un gruppo. A volte un ragazzo o una ragazza possono diventare bulli anche “perché si lasciano influenzare dal gruppo. E allora per essere qualcuno in quel gruppo, per dimostrare di non avere paura, imitano chi li istiga”. 6. Prova imbarazzo davanti a gesti d’affetto: “Non reggono l’emozione di essere amati, e devono fuggirla come un paradiso perduto”. 7. Sta sveglio fino a tardi per usare pc e smartphone perché per il bullo, avverte Margherita Spagnuolo Lobb, “andare in Rete è fonte di piacere: un piacere perverso, e quindi ricercato proprio perché necessario a nutrire una stima di sé fragile, fittizia”. 8. Passa troppo tempo in chat o sui social. “Le chat e i social educano i ragazzi ad un potere manipolativo, a un potere virtuale e impersonale che non passa più dalla relazione umana e dalla negoziazione dei sentimenti. E quindi diventa un ambiente ideale per i bulli. Perché, ad esempio, per una vittima è molto più facile acconsentire alla richiesta di spogliarsi davanti a una webcam che non di fronte a una persona in carne e ossa. L’atteggiamento di controllo da parte dei genitori, dunque, oggi è necessario, e non ci si deve vergognare di farlo”. 9. Non rispetta le regole. “Se i genitori non intervengono quando le regole di casa e della famiglia vengono violate - avverte la psicoterapeuta - il bambino, a lungo andare, può cominciare a pensare che questo comportamento non solo sia tollerabile e accettabile, ma anche vantaggioso”. 10. Il suo rendimento scolastico è scarso. Gli atteggiamenti di bullismo, spesso, si accompagnano a scarso rendimento e insuccesso scolastico, fino ad arrivare all’abbandono degli studi. “Ciò – conclude l’esperta – accade in particolar modo per i ‘bulli gregari’, cioè quelli che agiscono sotto istigazione del gruppo”, “non hanno più bisogno di impegnarsi nello studio per ottenere dalla società la stessa gratificazione che possono avere in modo più semplice e rapido”. (PO / red – 9 feb)

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