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direttore Paolo Pagliaro

Pro e contro Renzi
due anni dopo

Pro e contro Renzi <br> due anni dopo

di Paolo Pagliaro

(7 marzo 2016) Il Foglio festeggia i due anni del governo Renzi elencandone le principali conquiste. Ricorda dunque che Renzi prima ha riformato il mercato del lavoro, liberandolo dall’articolo 18, e ora sta progettando un secondo livello d’azione centrato sulla contrattazione aziendale con l’ancoraggio dei salari alla produttività.

Ha potentemente modificato la Costituzione, inverando e aggiornando così un azzardo riformatore avviato trent’anni fa dalla commissione Bozzi.

E’ intervenuto nel riassetto della governance Rai, e nella riformulazione del sistema scolastico e dei Beni culturali. Ha scardinato l’antica gestione feudale delle banche popolari; si sta affacciando convintamente nel cuore dei privilegi e delle storture presenti nel sistema giudiziario. Per tutte queste ragioni il Foglio promuove il presidente del Consiglio.

Ma per le medesime ragioni altri invece lo bocciano. Per quanto riguarda la riforma del lavoro, si fa notare - lo fa notare ad esempio Luca Ricolfi - che la modesta ripresa occupazionale non si deve al Jobs act, ma ai 12 miliardi di decontribuzione stanziati per le nuove assunzioni. Una lunga fila di economisti, che va da Smith a Sylos Labini, ha poi dimostrato che è la crescita salariale che traina la produttività e non viceversa.

Sulla riforma costituzionale, è appena il caso di ricordare che c’è una qualificata scuola di pensiero che ne dà un giudizio pessimo e allarmato, e che si accinge a far valere le proprie ragioni in occasione del referendum. C’ò poi chi obietta che la riforma Rai altro non è che un trasferimento di poteri dal Parlamento al governo, come più o meno è successo in Polonia, e che il canone in bolletta è una forma di concorrenza sleale ai danni delle televisioni private. Ma l’accusa forse più bruciante viene fatta a Renzi in nome delle future generazioni ed è quella di aver ridotto le tasse senza aver tagliato le spese, con manovre economiche che hanno in mente solo il consenso elettorale. Quel conto prima o poi qualcuno lo dovrà pagare.

(© 9Colonne - citare la fonte)