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direttore Paolo Pagliaro

Sicuri che abbia perso
l’establishment?

Sicuri che abbia perso <br> l’establishment?

di Paolo Pagliaro

(11 novembre 2016) L’America ha alcune migliaia di aziende che fatturano più di un miliardo e alcune centinaia di banche che le finanziano. Ne troveremo una rappresentanza significativa nella nuova squadra di governo della Casa Bianca.

Dicono le indiscrezioni che nello staff di Donald Trump un ruolo importante avranno Thomas Barrack, uomo d’affari di Los Angeles che ha aiutato finanziariamente la campagna del neopresidente; David Malpass, ex capo economista a Bear Stearns, la banca che fece crack sei mesi prima di Lehman Brothers e innescò la crisi finanziaria del 2008; e Paul Atkins ex commissario della Sec, l’ente federale che vigila sulla borsa. Anche per il Tesoro sono in corsa due banchieri: il primo è Steven Mnuchin, noto per essere presidente e ceo di una grossa società di investimenti, ma soprattutto per i vent'anni di lavoro in Goldman Sachs. Mnuchin sarebbe il terzo esponente di scuola Goldman alla guida del Tesoro negli ultimi 20 anni, dopo Robert Rubin e Hank Paulson. Il secondo candidato è Jamie Dimon, amministratore delegato dell'altra grande banca d'affari americana, JPMorgan. Nel team presidenziale ci sono poi Dan DiMicco, già boss delle acciaierie Nucor, e Stephen Feinberg, finanziere assai noto a Wall Street.

Non male per un presidente che ha vinto descrivendo la sua avversaria come una pedina delle lobby e del mondo dell’alta finanza. E non male anche per un elettore che pensava di aver votato contro l’establishment.

(© 9Colonne - citare la fonte)