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direttore Paolo Pagliaro

"ALL'EUROPA NON SERVE PREOCCUPARSI DI TRUMP"

“Dall’Europa post-Brexit agli Stati Uniti post-voto: quali sfide per l’Occidente” è il tema della prolusione che il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Paolo Gentiloni ha tenuto oggi nell’aula magna dell’Università Cattolica, per l’inaugurazione dell’anno accademico 2016-2017. Secondo tradizione, la giornata si è aperta nella Basilica di Sant’Ambrogio con la concelebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano. Il discorso inaugurale del magnifico rettore Franco Anelli e il saluto del presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori hanno aperto i lavori. A pochi giorni dalla conclusione della campagna elettorale statunitense, con l’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti d’America, e a pochi mesi dal referendum che ha sancito l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea il ministro Gentiloni ha toccato i diversi aspetti che l'elezione di  Donald Trump alla Casa Bianca  porta con sé. Innanzitutto, per il ministro degli Esteri, “l’Europa farebbe bene, più che a essere preoccupata, a essere occupata nel proprio rafforzamento”,  infatti, “essere preoccupati non ci porta lontano”.  Dopo aver sottolineato che “gli Usa restano il nostro principale alleato”, Gentiloni ha affermato: "Non c'è dubbio sul fatto che l'America sarà più concentrata sui propri interessi nazionali, ma fino a che punto lo scopriremo nelle prossime settimane". 

OTTIMISMO. Non mancano però  dei “motivi di ottimismo” secondo Gentiloni, che spiega: "Proprio dopo il voto sulla Brexit e la vittoria di Trump l'Ue ha cominciato a dare segnali positivi: sono stati fatti piccoli passi avanti sulla difesa europea e può darsi addirittura che oggi l'Ue parli di crescita come prospettiva per le nostre economie, pur facendo osservazioni sui bilanci dei singoli Paesi”. Il titolare della Farnesina non ha mancato di affrontare il tema dei rapporti Usa-Russia, affermando: "E' una cosa positiva che la nuova presidenza statunitense guidata da Donald Trump voglia ristabilire un dialogo con la Russia: l'Italia ha sempre sostenuto questo punto".

 

MIGRANTI. Poi, agli studenti dell'Università cattolica del Sacro Cuore, Gentiloni nel suo intervento ha parlato del problema migranti ed ha sottolineato che "la prova del fuoco è costituita dalle migrazioni. Si tratta di un potenziale detonatore dell'Unione europea, che in questi ultimi ha dato una pessima immagine" mentre, parlando del nostro Paese, il ministro ha spiegato che "c'è un'ottima impressione sull'impegno dell'Italia per l'accoglienza", non dimenticando di ribadire che ciò è avvenuto "pur essendo rimasta in buona parte isolata in questo periodo". "I muri non funzionano - ha detto Gentiloni  - sia che siano con il Messico o con l'Africa". "Il fenomeno migratorio non si può fermare ma si può gestire e noi vogliamo lavorare con le comunità africane affinché questo sia possibile". Il ministro ha poi spiegato che "l’unico ordine possibile è quello multipolare, in cui si lavori a una globalizzazione più giusta, capace di correggere le diseguaglianze che ha provocato". Secondo Gentiloni "chiaro è il ruolo che l'Italia deve avere in questo processo. Oggi serve un'Italia più forte, più ambiziosa che non può sottrarsi alle proprie responsabilità nel mondo e nel Mediterraneo". Anche di terrorismo il ministro ha parlato all'Università cattolica di Milano e, alla platea presente in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico, ha spiegato che "la minaccia terroristica oggi viene contrastata in maniera efficace".  Sul Medio Oriente e   Mediterraneo, Gentiloni ha poi evidenziato come "attorno a casa nostra si verifichino fenomeni come il terrorismo ma anche quello degli Stati falliti, basti guardare a Libia, Siria, Yemen, oltre a conflitti religiosi tra sciiti e sunniti". (Sab – 16 nov)

 

 

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