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DIPENDENZA DA SOCIAL, VA CURATA COME L’ALCOLISMO

DIPENDENZA DA SOCIAL, VA CURATA COME L’ALCOLISMO

Aiuta chi è preda di un uso eccessivo e scorretto delle nuove tecnologie con rischi psichici, cognitivi e del comportamento. La missione dello psichiatra Federico Tonioni, responsabile del primo ambulatorio ospedaliero che cura la dipendenza da Internet al policlinico Gemelli di Roma, è affrontare e vedere affievolirsi queste dipendenze. “Gli adulti – spiega in un’intervista al Quotidiano Nazionale – sono sedotti di più dalle nuove tecnologie, rispetto a bimbi e adolescenti, per questo la loro dipendenza è più patologica: siamo di fronte a una nevrosi”. Come si combatte questa dipendenza? “Non si combatte, è parte di noi. Le soluzioni sono la psicoterapia e i gruppi di riabilitazione che lavorano sui sintomi. Se il sintomo viene trattenuto, l'iceberg esce prima dall'acqua. La prima fase è il distaccamento dal sintomo, col conduttore che aiuta il paziente a stare lontano dallo smartphone contando le ore insieme, come per gli anonimi alcolisti. Nella seconda fase si sostiene la crisi con la psicoterapia, quasi mai i farmaci. Queste persone hanno un vulnus affettivo, le tecnologie sostituiscono qualcosa che è mancato. Le ricadute ci sono spesso, ma il vero successo è quando sono meno frequenti e sempre meno potenti”. (red – 21 nov)

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