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direttore Paolo Pagliaro

“Una Festa Esagerata” per Salemme al Sistina

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

 “Una Festa Esagerata” per Salemme al Sistina

 “UNA FESTA ESAGERATA”, LA NUOVA COMMEDIA DI SALEMME AL SISTINA

Da mercoledì 18 gennaio a domenica 5 febbraio arriva al Teatro Sistina “Una festa Esagerata…!, la nuova commedia scritta, diretta e interpretata da Vincenzo Salemme, con Nicola Acunzo, Vincenzo Borrino, Antonella Cioli, Sergio D’Auria, Teresa Del Vecchio, Antonio Guerriero, Giovanni Ribo’, Mirea Flavia Stellato. “Ho scritto “Una festa esagerata...!” a maggio di quest’anno (2016) - spiega Vincenzo Salemme - ma l’idea di partenza risale a qualche anno addietro. Da quell’idea iniziale ad oggi ho scritto, nel frattempo, “L’astice al veleno”, “Il diavolo custode” e ho riscritto una vecchia commedia: “Sogni e bisogni”. Tre spettacoli in cui ho tentato una strada diversa da quella della commedia di stampo più classico. Ho provato, cioè, a mescolare insieme la struttura drammaturgica e un linguaggio più consono alla rivista, allo show. Ho provato, cioè, ad usare i miei testi non più come testi a tutto tondo, compiuti, ma più come canovacci all’interno dei quali “scorrazzare” liberamente, senza vincoli di tempo, di azione e di luogo e, soprattutto, senza vincoli di coerenza stilistica e narrativa. Era un tentativo per avvicinare i più giovani al teatro, il tentativo di farli sentire a proprio agio in una realtà che troppo spesso credono superata, vecchia e polverosa. Questi miei esperimenti hanno avuto un buon successo anche se, qualche volta, hanno fatto storcere il naso agli spettatori più affezionati alle mie commedie iniziali. Questa volta, con “Una festa esagerata...!” credo di aver costruito una commedia che possa accontentare quegli spettatori desiderosi di una sintassi narrativa più teatrale ma, allo stesso tempo, capace di una leggerezza strutturale più adatta al pubblico meno abituato ai ritmi della commedia classica. Ho puntato tutto sulla naturalezza della recitazione colorando qua e là con una comicità più estrema, a tratti farsesca. Un po’ come succede nella vita quando qualcosa o qualcuno ci fa ridere per quanto involontariamente buffo. Ma questa è anche una commedia abbastanza crudele verso noi stessi, verso i nostri cedimenti morali. Non credo di scoprire qualcosa di particolarmente nuovo. Temo che l’umanità ondeggi da sempre in un’altalena di miseria e nobiltà. Ma credo anche che il teatro, pur nelle sue corde più leggere, possa ricordare a chi lo fa e a chi lo guarda, che in fondo siamo di passaggio e che, forse, un po’ di sana autoironia ci può aiutare a vivere meglio”.  Le scene sono di Alessandro Chiti, i costumi di Francesca Romana Scudiero, le Musiche di Antonio Boccia, il disegno Luci di Francesco Adinolfi. Produzione esecutiva Valeria Esposito per “Chi è di scena”, Gianpiero Mirra per “Diana or.i.s.”. (red)

Foto: federico Riva

ALL’ OLIMPICO "LA STRATEGIA DEL PAGURO" CON PINO QUARTULLO

Non sai come lasciare il tuo partner? Cerchi l’aiuto di un caro amico per trovare il coraggio? Dal 18 al 22 gennaio, al Teatro Olimpico di Roma, scopri come fare con La Strategia del Paguro, commedia a tre voci tratta dall’opera francese Una semaine pas plus di Clement Michèl che segna il ritorno in palcoscenico di Pino Quartullo Colpi di scena, bugie e comicità per fare luce sulle dinamiche di coppia e sulle crisi relazionali tra individui messi a nudo con ironia e parossismo e, come accade in molte pièce d’oltralpe, pregi e difetti, vizi e virtù verranno esaltati grazie ai dialoghi divertenti e serrati e alle situazioni tragicomiche e talvolta grottesche, nel rispetto della tradizione francese. Adattata, diretta e interpretata da Pino Quartullo, La Strategia del Paguro è inoltre interpretata da Alberto Farina, da alcuni anni nel cast di “Colorado”, e Grazia Schiavo, attrice di fiction e di cinema. Come si fa a lasciare una donna che ti ama, che ti adora, gentile e carina? È quello che si chiede il buono e simpatico Mattia (Alberto Farina) sottomesso a Brinna, la sua donna volitiva e bella; da tempo la passione ha lasciato il posto alla tranquilla routine, la bomba sexy è ora divenuta una placida donna di casa perennemente in tuta e capelli raccolti con matita. Ma anche questo non basta a giustificare la rottura di un rapporto. Mattia non è nemmeno innamorato di un’altra. Semplicemente Mattia non sopporta più Brinna. Lo infastidisce ogni cosa di lei; quello che lo aveva fatto innamorare ora è quello per cui vorrebbe eliminarla per sempre. Ma per lasciare qualcuno ci vuole coraggio. E Mattia non ne ha nemmeno un briciolo. Sa solo che deve farlo. Deve lasciare Brinna al più presto, prima che la situazione degeneri. E allora come fare? Semplice. Invitare a casa il proprio imbarazzante migliore amico, Piombo (Pino Quartullo) che guarda caso Brinna detesta. Depresso cronico, inappagato nel lavoro quanto inappagato in amore, accetta controvoglia di essere lo scatena-rabbia di Brinna, l’elemento di disturbo nel ménage di Mattia e Brinna. Ecco infatti il piano diabolico di Mattia: esasperare la sua donna e molto vigliaccamente mettere lei in condizione di lasciarlo (e come un paguro impossessarsi della casa). Ma dopo pochi giorni di assurda convivenza a tre, fra battute, discussioni, equivoci, sotterfugi e provocazioni, la situazione sfuggirà di mano a tutti e tre, con un risvolto inaspettato. (PO / red)

 

MICHELE RIONDINO  IN “ANGELICAMENTE ANARCHICI” AL TEATRO PALAZZO DI BARI

Michele Riondino dà voce a Don Andrea Gallo e racconta il suo quinto Vangelo: quello secondo Fabrizio De Andrè. L'attore e regista tarantino, noto al grande pubblico per aver interpretato il giovane Montalbano, porta per la prima volta in Puglia, sabato 21 gennaio (ore 21) sul palco del Teatro Palazzo di Bari, il suo “Angelicamente anarchici”. Fabrizio De Andrè e Don Andrea Gallo. Un evento speciale della Stagione 2016/2017 del Palazzo, firmata dal direttore artistico Titta de Tommasi. Lo spettacolo è diretto e interpretato da Michele Riondino, drammaturgia di Marco Andreoli, arrangiamenti di Francesco Forni, musiche dal vivo di Francesco Forni, Ilaria Graziano e Remigio Furlanut. “I miei vangeli sono cinque: Matteo, Marco, Luca, Giovanni e Fabrizio. (…) È la mia Buona Novella laica. Scandalizza i ben pensati, ma è l’eco delle parole dell’uomo di Nazareth che, ne sono certo, affascinò il mio amico Fabrizio”. Quella tra Don Gallo e De Andrè è stata un’amicizia intima e fortissima; ad unire profondamente il poeta e il sacerdote anarchico sono stati il desiderio di giustizia, la cultura libertaria e soprattutto la concezione della vita come cammino e incontro, prescindendo da qualsiasi pregiudizio. Riondino è solo in scena e interpreta lo stesso don Gallo, immaginato un attimo dopo la sua morte, immerso nella solitudine dell’aldilà, sospeso fra l’urgenza di raccontare la propria vita e la speranza di incontrare di nuovo quei volti salutati da tempo. Prete degli ultimi e “prete da marciapiede”, “angelicamente anarchico” (dal titolo dell’autobiografia pubblicata nel 2005), fondatore e anima della Comunità di San Benedetto al Porto, don Andrea Gallo per comporre il suo “vangelo laico” ha scelto alcune delle più belle canzoni di Faber, nelle quali ha ritracciato il nucleo del messaggio evangelico, che è un messaggio penetrante e universale: c’è la coscienza civile, la comprensione umana, la guerra all’ipocrisia e il desiderio di riscatto della condizione umana emarginata perché “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”.(red)

A ROMA “BEATLESTORY”: IL PIU’ GRANDE OMAGGIO AI BEATLES 50 ANNI DOPO

Dopo il sold out romano dello scorso anno all’Auditorium Parco della Musica, i successi sulle piazze asiatiche ed europee e la presenza come ospiti all’Arena di Verona, il 21 gennaio torna a Roma, al Teatro Italia, il progetto BeatleStory in una nuova versione multimediale per un concerto unico in cui ripercorrere la produzione dei Beatles letteralmente immergendosi negli anni che li videro cambiare la storia della musica. La serata sarà aperta da una mostra dedicata al 50esimo anniversario dall'uscita dell'album "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band", a cura dell'Official Beatles Fan Club Pepperland. BeatleStory è un live show multimediale che, attraverso un magico viaggio, ripercorre l’intera storia dei Beatles dal ‘62 al ‘70, in un concerto con oltre 40 dei loro più grandi successi. Un concerto ricco di proiezioni, con una cura unica nei dettagli e nei costumi, negli arrangiamenti e nei trucchi, dedicato ad appassionati e non solo, che - attraverso la favola musicale più bella ed emozionante di sempre - riporta il pubblico indietro negli anni sessanta, quando una band di Liverpool rivoluzionò il mondo con le sue canzoni. Partendo dalle strade di Liverpool, attraversando gli anni della Beatlemania fino ai grandi capolavori in studio, Beatlestory è un evento unico nel suo genere, con 2 ore intense di capolavori come: She Loves You, I Want To Hold Your Hand, Twist and Shout, Yesterday, Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, All You Need Is Love, Come Together, Let it Be, Hey jude. Lo show è suddiviso in 5 set: Beatlemania – Shea Stadium – Sgt Pepper – Summer of Love – Abbey Road. Ognuno di questi momenti rappresenta undiverso periodo che ha caratterizzato la storia dei Beatles. Tutti i 5 set sono introdotti da filmati che immergono lo spettatore nel preciso momento storico, politico-sociale e ovviamente musicale che la band si accinge ad eseguire. Con video d’epoca, costumi fedelmente riprodotti, strumenti vintage e un’incantevole scenografia BeatleStory diventa così un ritratto fedele della band più influente della storia della musica, unendo la storia dei Fab Four, alla storia di un’epoca. Appuntamento a Roma, il 21 gennaioal Teatro Italia, Via Bari, 18. ore 21.(red)

“SANGHENAPULE”, SAVIANO E BORRELLI IN SCENA A MILANO

Fino al 18 gennaio al Piccolo Teatro Studio Melato (Via Rivoli, 6 – M2 Lanza) di Milano va in scena “Sanghenapule” con Roberto Saviano e Mimmo Borrelli: i due raccontano Napoli sulle tracce di San Gennaro.  Dopo lo straordinario successo della scorsa stagione torna infatti per una settimana lo spettacolo prodotto dal Piccolo Teatro. In uno spettacolo che intreccia il racconto alla poesia, esaltando la lingua napoletana in tutta la sua barocca bellezza, Mimmo Borrelli e Roberto Saviano, puntano al cuore di Napoli, città di sangue e di lava incandescente, esplorandone il mistero e la contraddizione. Attore e narratore percorrono alcune tappe della storia napoletana in una continua osmosi tra celeste e sotterraneo.  È il sangue il filo conduttore di uno spettacolo di parole, luci e suoni, con una splendida colonna sonora originale eseguita dal vivo. È il sangue che si scioglie, rinnovando ogni anno il patto tra il santo e la sua gente; è il sangue dei primi martiri cristiani, ma anche quello dei “martiri laici” della Repubblica partenopea, che a fine Settecento tentò di opporre l’ideale democratico all’oppressione borbonica; è l’emorragia dell’emigrazione nei primi decenni del Novecento, quando migliaia e migliaia di italiani varcarono l’oceano in cerca di un futuro migliore; è il sangue versato sotto le bombe della Seconda Guerra mondiale; è, infine, quello degli agguati di camorra.  Saviano e Borrelli hanno qualcosa in comune. Il luogo di nascita, Napoli; la generazione, sono nati entrambi nel 1979; una maniera differente ma egualmente lucida e appassionata di leggere la ‘napoletanità’. Entrambi hanno un legame consolidato con il Piccolo Teatro: Saviano nel 2009 è in scena, per la prima volta, con La bellezza e l’inferno, diretto da Serena Sinigaglia; Mimmo Borrelli, nel 2014 porta al Teatro Studio Malacrescita, una Medea nella Terra dei Fuochi. Per entrambi la centralità del lavoro sta nella parola, quella di Saviano come unica possibilità di resistenza; quella di Borrelli, cesellata ‘testorianamente’ in una costante contaminazione tra letterario e popolare. Entrambi hanno raccontato l’inferno della criminalità, Saviano attraverso la cronaca, Borrelli quasi in forma di tragedia classica. Le loro parole si intrecciano, in questa produzione del Piccolo Teatro, per tornare a raccontare la ‘napoletanità’, frammenti della storia della città, intrecciati su una trama, tra il serio e il grottesco, attraverso il suo simbolo per eccellenza, il suo santo protettore, San Gennaro, e la ritualità che lo accompagna. “Immaginando uno spettacolo su San Gennaro – dice Saviano – pensiamo a un racconto di Napoli attraverso i secoli. Il Santo ne è protagonista in quanto figura di mediatore, spartiacque tra il bene e il male, tra il celeste il sotterraneo, tra la luce della nostra città e l’oscurità delle sue contraddizioni”. “Quello di San Gennaro è un culto che si afferma nel XV secolo – prosegue Borrelli - intrecciandosi a tradizioni pagane. E se la chiave di questa religiosità è l’innesto, la stessa contaminazione si manifesta nella lingua con cui andiamo a costruire il nostro racconto, ricca, viva, barocca che deve di necessità tradurre sulla scena una tradizione così stratificata nei secoli”. È una Divina Commedia napoletana, con Saviano Virgilio e Borrelli Dante, un viaggio narrativo e figurativo affidato al talento affabulatorio di Saviano, un viaggio drammatico che ruota intorno alla potente presenza scenica di Borrelli, ma anche un percorso linguistico, nella maniera destrutturante, quasi ‘devastatoria’, di Borrelli, e musicale, nelle sonorità partenopee, affidato alla musiche, eseguite dal vivo, di Gianluca Catuogno e Antonio Della Ragione.(red)

NAPOLI, TRIONFO PER SAL DA VINCI

Un vero trionfo per Sal Da Vinci e il suo “Italiano di Napoli”, che ha finora totalizzato oltre 35mila presenze di pubblico e registrato il “sold out” in tutte le 25 repliche a Napoli, dove il nuovo spettacolo musicale è in scena fino al 15 gennaio al Teatro Augusteo e dove ha debuttato il 20 dicembre. Un successo di pubblico e di gradimento davvero straordinario, paragonabile al coinvolgimento popolare e al clamore del musical “C’era una volta…Scugnizzi”. Grazie alla validità e qualità dello spettacolo, c’è stato un passaparola che ha mandato in tilt il centralino del teatro, con tantissima gente che non è riuscita ad assistere allo show, e per poterle accontentare è stato deciso di aggiungere un ulteriore replica, il 14 a mezzanotte. Un legame profondo quello tra Sal Da Vinci e l’Augusteo: quasi una casa per l’artista, che proprio da lì ha iniziato la sua carriera quando Roberto De Simone lo volle al suo servizio, e che dallo storico teatro napoletano ha visto partire nel 2002 proprio l’avventura di “C’era una volta…Scugnizzi”. Sempre all’Augusteo nacque la collaborazione con Alessandro Siani (con il quale Sal lavora da tanto tempo e che ha firmato insieme a lui il nuovo lavoro), un vero e proprio sodalizio quello con il regista, che  l’artista rivendica con orgoglio e che è anche la forza di un territorio, smentendo i luoghi comuni. “Italiano di Napoli” (il titolo è nato da un’idea di Renato Zero) è una riflessione sulle proprie origini e sull’identità dei napoletani, degli italiani, di quei cittadini della “Repubblica dei sentimenti”. A metà strada tra nostalgia e modernità, lo spettacolo mescola musica ai racconti del protagonista Sal Da Vinci, un “italiano di Napoli”, trascinando il pubblico verso un mondo più autentico, dove non esistono pregiudizi né differenze. Su una scenografia surreale alla Tim Burton, affiancano Sal Da Vinci una nutrita compagnia di attori (tra cui spiccano Davide Marotta, Lorella Cacciatore e Lello Radice), fantasisti e acrobati, un trascinante corpo di ballo forgiato al Cirque du Soleil, e un'orchestra dal vivo. Le canzoni spaziano da quelle del nuovo album "Non si fanno prigionieri" (che ha la direzione artistica di Renato Zero) ai successi del cantautore, con incursioni nel repertorio vecchio e nuovo della musica italiana. “Investo sulla mia credibilità e affidabilità, e il pubblico mi ripaga sempre” assicura Sal Da Vinci.(13 gen -red)

 

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