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Fumetti: lo spazio disegnato da Leo Ortolani

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

Fumetti: lo spazio disegnato da Leo Ortolani

Panini Comics presenta un nuovo evento editoriale, realizzato con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). È, infatti, finalmente arrivato il momento di rivelare il progetto misterioso che ha tenuto con il fiato sospeso i fan di Leo Ortolani negli ultimi mesi. “C’è Spazio per Tutti” è il nome della nuova graphic novel che il talento di Parma realizzerà dopo “La Fine di Rat-Man”, la saga attualmente in corso di pubblicazione sull’omonimo bimestrale. Il nuovo volume viene anticipato da un albo preview, rivelato in anteprima assoluta al Romics, la fiera del fumetto in corso di svolgimento presso la Nuova Fiera di Roma. Leo Ortolani è stato iospite a sorpresa di una movimentata conferenza stampa, in cui Paolo Nespoli, il veterano astronauta italiano, ha presentato ai visitatori del Romics “Vita”, la sua terza missione sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), missione nella quale ci saranno anche una serie di esperimenti tutti italiani che vanno dalla biomedicina alle scienze dei materiali. La graphic novel di Ortolani prende “vita” proprio sulla ISS, nel corso della nuova missione. Tutto sta procedendo nel migliore dei modi nel cosmo, finché sulla stazione spaziale non arriva un certo supereroe della Città senza nome, con tutto quello che ne consegue. Nel più grande viaggio mai affrontato da Rat-Man ci saranno avventura e divertimento, ma ad andare lontano sarà il fumetto stesso: quando in estate partirà a bordo della Soyuz MS-05 alla volta dell’ISS, Paolo Nespoli porterà infatti con sé una copia dell’albo, che viaggerà per circa sei mesi nello spazio. “È un onore che va al di là di quello che le parole esprimono poter essere parte di questo progetto”, ha commentato Marco M. Lupoi, direttore publishing Panini. “Io spesso dico nelle riunioni, quando ci sono dei problemi “tranquilli, non stiamo mica mandando l’uomo sulla Luna”. Ma in questo caso ci stiamo andando, beh, davvero vicino…. Leo Ortolani sta disegnando uno dei capitoli più appassionanti della sua carriera, innalzando la sua arte a livelli… spaziali. E noi come Panini siamo orgogliosi di essere parte di questo bellissimo viaggio nel fumetto e nel cosmo”.

 

L’AMERICA RICONFIGURA LE ‘SMARGINATURE’ DELLA FERRANTE

 

Si chiama “The works of Elena Ferrante. Reconfiguring the margins”, il volume edito da Grace Russo Bullaro and Stephanie V. Love, che attraverso una conversazione tra Russo Bullaro e Rebecca Falkoff dell New York University tenta di mettere insieme una collezione di saggi critici sui romanzi di Elena Ferrante: questo volume cerca così di esplorare la vasta gamma di tematiche presenti nei lavori della scrittrice napoletana, tra cui le relazioni tra donne, il sesso, la maternità, e la teoria femminista, offrendo un approccio multi-sfaccettato all’opera della Ferrante con approcci letterali, psicoanalitici e culturali. Questo libro è il primo volume dedicato di analisi accademica sulla monumentale opera di Elena Ferrante, e riunisce ricerche sulla teoria femminista in letteratura; questioni di genere nel XX secolo in Italia; e gli elementi psicologici e materiali legati a matrimonio, la maternità, e il divorzio. Comprendente anche una intervista Ann Goldstein, questo volume va oltre la "Ferrante fever” per rivelare la complessità e la ricchezza di un’opera notevole come la sua quadrilogia.

 

VENEZIA E I TURCHI, UN CONLITTO ININTERROTTO

 

Tra Venezia e l'Impero Turco, dalla presa di Costantinopoli (1204, quarta crociata) alla guerra di Candia pare di trovarsi di fronte ad un unico conflitto, interrotto a più riprese da temporanei trattati di pace. Ne parla Bruna Mozzi in “Venezia e i turchi”. I due contendenti lottavano ognuno per soddisfare una sola meta: i Turchi volevano portare avanti il loro espansionismo territoriale verso Occidente, verso la conquista di Roma, mentre i Veneziani tentavano di resistere per salvaguardare il loro traffico commerciale col Levante. La Serenissima provava troppo timore di nuocere alla propria espansione economica, perciò non era favorevole o per lo meno non caldeggiava lo scontro diretto coi Turchi, ottimo partner commerciale, ma lo scontro tra gli obiettivi delle due parti era inevitabile. Venezia e i Turchi uscirono da queste guerre corrosi da gravi crisi economiche e civili, ma trovarono in questa lotta gli elementi di una munificenza straordinaria: la Venezia del secolo Cinquecento e la Costantinopoli di Solimano il Magnifico fanno tuttora sognare. Bruna Mozzi, padovana, laureata in lettere classiche e in scienze politiche presso l'Università di Padova. Docente di lettere classiche presso il liceo classico "Tito Livio", scrive per il Corriere Veneto online e per il giornale online Bellunopress.it. Ha scritto racconti, di cui alcuni pubblicati, ha contribuito a seminari e pubblicazioni di letteratura e storia per l'Università di Padova; ha scritto il monologo per il teatro "Italina: la Grande Guerra e la sua vedova" rappresentato e replicato più volte nel 2015. Componente di varie giurie di concorsi letterari e teatrali. Organizza eventi letterari, cinematografici e culturali.

 

L’EUROPA IN TRENTA LEZIONI, DI PASQUINO

Un tempo l’Unione europea non era che un sogno. Confinati dal fascismo sull’isola di Ventotene,
tra i bagliori sinistri della guerra mondiale che infuriava lontano, Altiero Spinelli ed Ernesto
Rossi scrissero il famoso Manifesto “Per un’Europa libera e unita”, in cui l’unità dell’Europa
era già “una impellente tragica necessità”. Oggi l’Unione europea viene considerata da molti suoi cittadini un’istituzione distante e complicata. Eppure, per il suo ruolo centrale su tutti gli aspetti del vivere comune – l’immigrazione, l’economia, la difesa dei diritti individuali e collettivi, la tutela delle minoranze – è una risorsa di tutti e che tutti riguarda. Gianfranco Pasquino racconta con passo rapido e ampiezza di sguardo il passato e il presente di questo sogno difficile: trenta limpide lezioni per un viaggio nella “Europa che c’è” e in quella che avrebbe potuto – e potrà – esserci, tra il progetto federalista degli Stati Uniti d’Europa e le brusche frenate e le inattese novità degli ultimi anni, dall’esito del referendum sulla Brexit alla Presidenza Trump negli Stati Uniti. “L’Europa in trenta lezioni” (Utet) è un’occasione per fare il punto sull’Europa che abbiamo costruito fin qua,
nel momento in cui più forti soffiano i venti contrari del populismo e del nazionalismo più ottuso.
Un modo per capire che cosa rischiamo di perdere e che cosa potremmo riconquistare, recuperando quei valori di libertà, di pace, di prosperità da cui, nelle ore più buie del secolo scorso, è nata l’idea di Europa unita.

SCRITTURE DELLA BONACCIA, DOVE VA LA NARRATIVA?

Trentacinque scrittori del terzo millennio – da Silvia Avallone a Paolo Giordano, da Melania Mazzucco a Tiziano Scarpa, da Mauro Covacic a Chiara Gamberale, da Rosa Matteucci ad Antonio Monda, da Giulio Mozzi a Simona Vinci… – per sondare in un campione ampio, anche se non esaustivo, in che direzione si sta muovendo la nuova narrativa italiana che continua a inseguire il moderno contando sul proprio talento. Un panorama vario e suggestivo nel quale predomina la sensazione di immo­bilità, come accade quando non spira un filo di vento nella bonaccia e sembra impossibile riprendere il viaggio o l’avventura, cosicché chi non li vuole può sperare che di cambiamenti non se ne parli nemmeno. Eppure, anche nella bonaccia, immagine evocata sin dal titolo di questo saggio di Cesare De Michelis (“Scritture della bonaccia”, sottotitolo “Avvisaglie del futuro”, pp. 118, euro 12,50 i romanzi continuano a esplorare il mondo e la vita, cercando di darne conto ai lettori, di interpretarli come un palinsesto che cela sotto le immediate apparenze il segreto della sapienza e della felicità. “Ora che il Novecento è finito e il secolo nuovo è ormai adolescente, bisognerà pur domandarsi che cosa intanto è successo e dove mai stiamo andando, certo senza pretese di avere la risposta in tasca, ma anche con la convinzione che i racconti – i romanzi – offrono significativi vaticini e, ancor di più, che messi insieme disegnano un futuro intravisto e atteso”, scrive De Michelis. E conclude: “Di queste visioni, di questi sogni veritieri e sfuggenti che si affacciano all’alba, ho raccolto memorie lungo gli anni trascorsi del terzo millennio, senza aver in testa un disegno e tanto meno un panorama, ma certo che ognuno di essi in parte lo contiene o lo suggerisce e tocca a noi, quindi, con pazienza ricomporli come in un puzzle. Questi tempi difficili non alimentano entusiasmi né accendono grandi  speranze, anzi si consumano in un’attesa snervante, in una noia impaziente, come se la bonaccia impedisse di riprendere il largo, ma ciò nonostante i messaggi che i marinai chiudono in una bottiglia prima di affidarli alle onde sono talvolta ricchi di sorprese cui val la pena di prestare attenzione”.

 

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