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PEDOFILIA, PAPA: PAROLE ERRATE, CHIEDO SCUSA

PEDOFILIA, PAPA: PAROLE ERRATE, CHIEDO SCUSA

“Sì ho sbagliato” a esigere delle prove degli abusi subiti dalle vittime della pedofilia del clero e di aver parlato di “calunnia” a proposito del caso del vescovo cileno Juan Barros e per questo “chiedo perdono”. Lo afferma Papa Francesco, in una intervista al Corriere della Sera, sull’aereo che lo riporta in Italia dal viaggio in Sudamerica. “Devo chiedere scusa agli abusati – afferma -. Il Papa che dice in faccia ‘portatemi una prova’ è uno schiaffo, mi accorgo che la mia espressione non è stata felice, li ho feriti e mi fa dolore”. Alcune vittime cilene chiedono da anni la rimozione del vescovo Juan Barros, discepolo del pedofilo madre Karadima e accusato di averlo coperto. Francesco ha difeso Barros in Cile, rispondendo a cronisti locali, “non c'è l'ombra di una prova, sono calunnie”. Il cardinale Sean O'Malley, presidente della commissione per la tutela dei minori, lo ha criticato: “Le parole che trasmettono il messaggio ‘se non riesci a dimostrare, non sarai creduto’, abbandonano i sopravvissuti all'esilio e al discredito”. “La dichiarazione di O'Malley è stata molto giusta, ha detto il dolore delle vittime e che ho sempre usato la tolleranza zero, l'ho ringraziato” commenta quindi il pontefice.  E alla domanda sul perché creda a Barros più che alle vittime risponde: “Benedetto XVI ha iniziato la linea della tolleranza zero e io la proseguo. In cinque anni avrò ricevuto 25-3o richieste di grazia ma non ne ho mai firmata una. Barros è un caso che ho fatto investigare. Non c'è evidenza di colpevolezza, c'è coerenza nell'altro senso. Ma la parola ‘prova’ ha creato un po' di confusione. Parlerei di ‘evidenza’. So che molta gente abusata non può portare una prova o ne ha vergogna e soffre in silenzio. Ma se condannassi senza evidenza, senza certezza morale, commetterei un delitto di cattivo giudizio. Barros era vescovo da vent'anni, per due volte ha dato le dimissioni, è venuto a Roma e io gli ho detto: no, così è come ammettere una colpevolezza previa, vai avanti. Ho parlato a lungo con lui. Attendo una evidenza per condannarlo, ‘nemo malus nisi probetur’, nessuno è cattivo se non è provato. Sono anche convinto sia innocente”, “nel caso di Barros non ci sono evidenze che abbia coperto abusi. Se non arrivano, rimarrà lì. Io non ho sentito nessuna vittima di Barros, non si sono presentate. Se una persona mi dà evidenze, ho il cuore aperto” ma “chiedo scusa, perché la parola ‘prova’ ha ferito tanti abusati, senza accorgermene e senza volerlo. E mi fa dolore perché in Cile ho ricevuto delle vittime, so quanto soffrono”. (23 gen - red)

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