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direttore Paolo Pagliaro

Con la cura Salvini
meno asilo e più irregolari

Meno asilo, più irregolari: è il bilancio dell’immigrazione in Italia nel 2019 che emerge dal rapporto della Fondazione Migrantes “Il Diritto d’Asilo”, presentato a Modena all’interno del Festival della Migrazione. “Nonostante alcune martellanti dichiarazioni politiche di propaganda circa il ‘ritorno’ di un’ondata di sbarchi ‘indiscriminati’ fra la tarda estate e l’inizio dell’autunno 2019 – spiega il rapporto - l’anno sembra avviato a concludersi con un totale di arrivi in Italia di migranti e rifugiati via mare ai livelli minimi: 9.648 quelli registrati a fine ottobre (- 56% rispetto allo stesso periodo 2018, e nell’ambito di un trend di drastica diminuzione inizato nel ’17). Al 31 ottobre 2019 i migranti arrivati nell’anno sono salpati da Libia (2.800 ca.), Tunisia (3.500), Algeria (900) e Grecia/Turchia (2.400). Ben 7.500 gli sbarchi ‘fantasma’ o autonomi, contro i 6.000 dell'intero 2018”.

 

PAESI D’ORIGINE. Nel 2019, fra i principali Paesi d’origine dei migranti arrivati via mare, sono quattro quelli caratterizzati da condizioni di “pace interna” molto basse o basse: Pakistan (secondo Paese assoluto), Iraq, Sudan e Iran. In forte calo nel 2019 anche i richiedenti asilo registrati: 26.997 alla fine di settembre (dato provvisorio, contro i 43.965 dello stesso periodo del 2018). Sino a tutto luglio, le prime nazionalità sono nell'ordine: Pakistan, Nigeria, Bangladesh, El Salvador, Perù, Ucraina, Marocco, Senegal, Albania e Venezuela. Oltre al Pakistan, anche Nigeria e Ucraina sono classificate a livello mondiale fra i Paesi con indice di “pace interna” molto basso. Consistente, rispetto al totale di 26.997, il numero di richiedenti asilo arrivati nell’anno in Friuli-Venezia Giulia dalla tormentata “rotta” balcanica via terra: ben 5.526 fra il 1° gennaio e il 15 settembre. Gli esiti delle domande d’asilo: nel 2018 le Commissioni territoriali italiane hanno riconosciuto uno dei tre benefici di protezione (status di rifugiato, protezione sussidiaria e protezione umanitaria) a poco più di 31 mila persone, contro le 34 mila circa del ’17 e le quasi 37 mila del ’16. Il dato parziale per il 2019 (che ha registrato la quasi-scomparsa della protezione umanitaria) è pari ad appena 14.000: ormai a tre quarti dell’anno, meno del 50% del totale dei benefici riconosciuti nel ’18. A tutto settembre 2019, su circa 72.500 domande esaminate nell’anno, quelle respinte sono state l’80%: solo l’11% le concessioni dello status di rifugiato, il 7% della protezione sussidiaria e appena l’1,5% della protezione umanitaria.  

 

RESPINGIMENTI. La “fortezza Italia”, come la chiama la Fondazione Migrantes, ha visto 9.203 i respingimenti alla frontiera fra agosto 2018 e luglio 2019; 5.044 i rimpatri forzati dal 1° gennaio al 22 settembre 2019; 13.777 i migranti passati nel ’18 nei cinque hotspot (oggi quattro) attivi in Sicilia e Puglia; 4.092 i migranti trattenuti nei CPR (Centri di permanenza per il rimpatrio) nel ’18, di cui solo il 43% effettivamente rimpatriati; 5.044 i rimpatri forzati e appena 200 i rimpatri volontari assistiti fra 1° gennaio e 22 settembre 2019 (i volontari assistiti erano stati 1.161 nel ’18); 94 gli “scafisti” arrestati fra agosto 2018 e luglio 2019 (ma 209 nello stesso periodo 2017-2018); fra gennaio e ottobre 2019, i migranti e rifugiati intercettati dalla Guardia costiera libica sono stati 8.155, una cifra non molto inferiore al totale di persone che nel periodo sono riuscite a sbarcare in Italia, 9.648; sono state 24 le “crisi navi” causate dal “blocco” dei porti italiani fra giugno ’18 e agosto ’19; ma da gennaio all’8 luglio ‘19, su 3.073 arrivi nel nostro Paese quelli realizzati da ONG sono stati appena 248, l’8%. Sono almeno 14 i Paesi dell’UE che, oltre all’Italia (dall’ottobre 2019), hanno stilato una lista di “Paesi sicuri” i cui richiedenti asilo vengono sottoposti a un esame accelerato e sommario. Sempre nell’UE si è verificato che i richiedenti asilo sottoposti alle “misure speciali” d’esame ottengono una risposta positiva appena nello 0-12% dei casi.

 

IRREGOLARI. Fra i 71.000 nuovi immigrati caduti in situazione di irregolarità in Italia stimabili fra giugno 2018 e giugno 2019, quelli che si possono attribuire al decreto “sicurezza” n. 113 del 4 ottobre 2018 sono 18.000. Al giugno 2019 gli “irregolari” presenti in Italia sono così stimabili in 620.000 persone. Nell’ambito dell’attuazione del regolamento “Dublino III”, nel 2018 sono stati trasferiti in Italia 6.351 richiedenti asilo, mentre ne sono stati trasferiti dall’Italia verso gli altri Paesi membri appena 189. Fra il 2016 e la metà del 2019 l’iniziativa dei “Corridoi umanitari” italiana ha permesso di far arrivare in Italia, soprattutto dal Libano e dall’Etiopia, 2.148 rifugiati siriani, eritrei, somali e sud-sudanesi. In aggiunta, tramite evacuazioni umanitarie, fra la fine del ’17 e il settembre ’19 sono stati trasferite nel nostro Paese 859 persone dalla Libia (808) e dal Niger (51). Alla fine di settembre 2019 i richiedenti asilo, rifugiati e migranti in accoglienza sono scesi sotto la soglia delle 100 mila unità per la prima volta dal 2015. Del totale di 99.599 persone accolte, quelle ospitate nei CAS e nei centri di prima accoglienza erano ben il 75% del totale. Solo 24.674 le persone ospitate nei centri del Siproimi ex Sprar. Sono 7.272 i minori stranieri non accompagnati censiti e presenti nei servizi di accoglienza alla metà del 2019 (- 45% rispetto a un anno prima); 4.736, invece, quelli “irreperibili”, che cioè si sono allontanati da sei servizi. Sono 5.501 gli italiani che si sono formalmente resi disponibili a seguire un MSNA come “tutori” in attuazione alla legge 47/2017 “Zampa”. (Red – 29 nov)

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