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direttore Paolo Pagliaro

RAZOV: DALLA RUSSIA
AIUTI A UN PAESE AMICO

“In Russia è stato creato un Centro operativo per contrastare il diffondersi del Coronavirus. Una serie di misure è stata messa in atto dal dicembre 2019 in conformità al ‘Piano nazionale di prevenzione all'introduzione e alla diffusione della nuova infezione da Coronavirus’ dal momento in cui si è avuta la notizia dei primi casi di un'infezione, allora non ancora conosciuta, a Wuhan, in Cina. Nell'aeroporto di Sheremetyevo a Mosca, l'unico che accoglie voli da Paesi con una pesante situazione epidemiologica, è stato costituito un Terminal speciale. I passeggeri vengono visitati, intervistati e rinviati a osservazione medica presso il proprio domicilio. Tutti i passeggeri, provenienti da tali paesi, che non presentano sintomi, vengono messi in quarantena presso il proprio domicilio per 14 giorni. A oggi in Russia si sono registrati 658 casi e ieri, purtroppo, abbiamo avuto le prime due vittime. Ieri in tv Putin ha parlato di misure supplementari per bloccare la malattia”. Così a Il Giornale l'ambasciatore russo in Italia Sergey Razov, per il quale l’aiuto fornito in questi giorni da un team di 150 medici russi giunti in Italia per rinforzare la sanità lombarda ”è la dimostrazione disinteressata della nostra solidarietà al popolo italiano indipendentemente dalla congiuntura politica. Per quanto riguarda le precauzioni da noi prese, l'Ambasciata e i Consolati non possono interrompere il loro lavoro. Tra i nostri compiti c'è la tutela dei cittadini russi”. “Il coronavirus – analizza Razov - ha cambiato radicalmente alcuni aspetti della nostra vita. Purtroppo è necessario chiudere le frontiere e limitare gli spostamenti tra Paesi. Misure indispensabili intraprese tra gli altri dal governo russo. Un terremoto di queste proporzioni modificherà anche le carte della geopolitica”. Che cosa accadrà nel Medio Oriente? “Bisogna immediatamente porre fine alla violenza, introdurre il regime del cessate il fuoco, fare una pausa umanitaria. In caso contrario, si rischia una catastrofe umanitaria di dimensioni mondiali”.

NELLA FOTO: Il carico dei materiali sanitari destinati all’Italia in uno dei 9 aerei inviati in Lombardia per dare manforte alla lotta al Coronavirus.

(26 MAR / red)

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