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BURIONI: IL VACCINO
MOLTO DOPO L’ESTATE

BURIONI: IL VACCINO <BR> MOLTO DOPO L’ESTATE

"Siamo in un momento decisivo, in un momento in cui dobbiamo continuare a rimanere in casa e a far sì che il virus non si trasmetta. Non si trasmette da solo. E' l'unico modo che abbiamo per uscire da questa situazione. Per una volta, uno vale uno. Quello che fa ognuno di noi poi si riflette su tutti gli altri". Lo afferma Roberto Burioni a I Lunatici, su Rai Radio 2. "Ciò che accadrà d'estate dipenderà da quello che facciamo noi adesso – aggiunge il virologo -. Se continuiamo a stare in giro a fregarcene, il virus non si fermerà. Se invece adesso continuiamo con un sacrificio, fermiamo una parte grossa dell'epidemia e poi piano piano ricominciamo, non sono così pessimista. Viviamo alla giornata, fare programmi alla distanza non ha senso". E sui farmaci in via di sperimentazione e sulla corsa al vaccino precisa: "Questo virus è apparso sulla faccia della terra poco fa, il vaccino lo avremo molto dopo l'estate. Ci sono farmaci attualmente in uso che potrebbero essere utili, ma vanno sperimentati, serve uno studio controllato". Il virologo Roberto Burioni a I Lunatici, su Rai Radio 2, commenta le previsioni di Trump di riaprire l'America tra 15 giorni: "E' molto ottimista, gli auguro di avere ragione, tutto qui. L'immunità di gregge di cui parlano in Gran Bretagna? Non si è mai raggiunta se non grazie a un vaccino, per nessuna malattia virale nella storia dell'uomo". E sulle fake news che vorrebbe alcuni extracomunitari immuni dal virus precisa: "Nessuno ha già gli anticorpi, tutti possono infettarsi. A prescindere dalla nazionalità. Qualcuno ha conseguenze gravi, qualcuno più fortunato ha conseguenze più lievi. Gli anziani vanno incontro a conseguenze più gravi, i bambini sono protetti e gli uomini si ammalano più delle donne. Una volta gli uomini fumavano più delle donne, è per questo forse che tra gli anziani gli uomini si ammalano di più. Tutti vengono infettati, tutti possono trasmettere il virus. Dobbiamo stare a casa per non infettarci e non infettare". (26 MAR / red)

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