Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

SCUOLA SI’ O SCUOLA NO?
A RIO DIBATTITO APERTO

Nella martoriata America Latina, che resta la regione al mondo che complessivamente conta il bilancio più pesante della pandemia da Covid-19 sia in termini di contagi che di vittime, il nuovo coronavirus continua a imperversare prepotentemente in Brasile, che nelle ultime ore ha superato la soglia dei 133mila decessi totali, giungendo, con le ulteriori 1.113 vittime delle ultime 24 ore, a 133.119 morti da Sars-CoV-2. Con un tasso di mortalità del 3,0%, il paese ha registrato 4.382.263 contagi dall'inizio della pandemia. Tra ieri e oggi, a 36.653 persone è stata diagnosticata la malattia. Nello stato amazzonico, il tasso di letalità del Covid-19 è di 63,3 persone ogni 100mila abitanti mentre quello di incidenza sale a 2.085,3 individui ogni 100mila cittadini. In Brasile, San Paolo rimane lo stato più colpito dalla pandemia. Complessivamente, 901.271 persone sono state contaminate e 32.963 hanno perso la vita a causa del Covid in questo territorio. Nella classifica degli stati con più casi e decessi figurano ai primi posti Rio de Janeiro (244.418 casi e 17.180 vittime), Ceará (229.072 infezioni e 8.739 morti), Pernambuco (137.869 infezioni e 7.914 decessi), Pará (216.318 infetti e 6.387 morti) e Minas Gerais (255.606 casi e 6.328 morti).

Lo stato di Rio de Janeiro, in particolare, è quello con il più alto tasso di mortalità, all’astronomico livello del 7%. La media mobile a sette giorni dei casi è risalita a 31.456, mentre i decessi sono aumentati a 808. Nonostante questi dati tutt’altro che rassicuranti, proprio a Rio de Janeiro la ripresa dei corsi scolastici “faccia a faccia” negli istituti privati (che rappresentano un’importantissima fetta dell’apparato dell’istruzione dello stato amazzonico) resta oggetto di controversia. Sebbene lunedì scorso la Corte di giustizia dello Stato di Rio abbia confermato che le lezioni frontali sono vietate, almeno due scuole private nella metropoli hanno continuato anche ieri a offrire questo genere di lezioni alle classi della scuola elementare. I responsabili degli istituti che si sono rifiutati di fermare le attività “in presenza” hanno argomentato che questo genere di imposizioni sono di competenza del governo centrale e non di quello locale. Le due scuole continuano comunque a offrire lezioni virtuali per gli studenti che preferiscono non frequentare di persona. (16 set / deg)

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