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direttore Paolo Pagliaro

IL CILE CI RIPENSA: NIENTE
INDIGENI IN COSTITUENTE

La proposta di riservare 24 seggi della Convenzione Costituente che sarà eletta ad aprile ai rappresentanti delle popolazioni indigene in Cile non ha raggiunto i voti necessari al senato e passerà al vaglio di una nuova commissione mista. La riforma prevedeva di garantire la rappresentanza dei più di due milioni di indigeni, il 12% della popolazione cilena, nell'organo incaricato di preparare la nuova costituzione, che sostituirà quella emanata dal dittatore Augusto Pinochet nel 1980.

Per essere approvata però la norma doveva conseguire i 3/5 dei voti favorevoli al senato, quindi 26 senatori, ma si è fermata a 24 a causa dell'opposizione delle forze di governo al progetto. Secondo la coalizione conservatrice del presidente Piñera, è sufficiente riservare 15 dei 155 seggi previsti dalla legge di riforma costituzionale approvata col plebiscito del 25 ottobre ai rappresentanti dei dieci popoli indigeni cileni. Ma la proposta originale prevedeva di aggiungerne 24 per le popolazioni originarie, e uno per gli afrodiscendenti, portando il numero totale dei posti da eleggere a 180.

Governo e opposizione dovranno risolvere la questione in una commissione bicamerale che comincerà a deliberare questa settimana. In caso di mancato accordo però, si corre il rischio che le popolazioni indigene non abbiano garantito alcun seggio, situazione che metterebbe a repentaglio la legittimità di tutto il procedimento. I popoli ancestrali, esclusi da qualsiasi considerazione legale dalla costituzione che si vuole riformare, sono stati protagonisti delle proteste e dibattiti che hanno portato all'avvio del processo costituente.

(© 9Colonne - citare la fonte)