Una fossa scavata in uno spazio preparato per l’occasione e il corpo di un bambino di due anni adagiato al suo interno: un Neandertal vissuto 41.000 anni fa. È lo scenario ricostruito da un gruppo internazionale di ricerca a La Ferrassie, in Francia: uno dei più famosi siti neandertaliani. I risultati – pubblicati su Scientific Reports – documentano per la prima volta che i Neandertal seppellivano i loro defunti. Non solo: i resti fossili esaminati appartengono al più recente Neandertal fino ad oggi datato in modo diretto.
News per abbonati
- 22:00 BUONA NOTTE
- 22:00 BUONA NOTTE
- 21:56 RAI2, A "TANGO" I PROBLEMI DEL LAVORO
- 21:55 RAI RADIO 3, ”RADIO3 MONDO", LA TURCHIA SOSPENDE IL COMMERCIO CON ISRAELE
- 21:54 RAI3, ”FARWEST" TORNA SULLA BANDA DELLA UNO BIANCA
- 21:52 RAI2, ”TG2 DOSSIER”: "CHI CI NEGA IL MARE" DI ANGELICA FIORE
- 21:50 RAI3, ”GOCCE DI PETROLIO”: FOCUS SULLA POLITICA
- 21:48 RAI3, ”SORGENTE DI VITA”: LA COMUNITÀ EBRAICA DI TORINO
- 21:46 RAI3, TGR OFFICINA ITALIA: TRA PIANTE E FIORI
- 21:42 RAI3, IL SETTIMANALE DELLA TGR: QUANDO L'AGRICOLTURA "CURA" E ALTRE STORIE
Ricerca, anche i Neandertal seppellivano i loro morti
Lo studio è stato realizzato da una squadra di 14 ricercatori provenienti da cinque paesi, guidata da Antoine Balzeau del CNRS e del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi (Francia) insieme ad Asier Gómez-Olivencia dell'Università dei Paesi Baschi (Spagna). Unica italiana del gruppo è la professoressa Sahra Talamo direttrice del nuovo laboratorio di radiocarbonio BRAVHO (Bologna Radiocarbon laboratory devoted to Human Evolution) presso l’Università di Bologna e dell'Istituto Max Planck di Antropologia Evolutiva (Germania), che ha realizzato le datazioni al radiocarbonio dei reperti, fondamentali per ricostruire il contesto temporale del ritrovamento.
"Si tratta di risultati sorprendenti, che aggiungono un nuovo importante tassello al puzzle per comprendere lo sviluppo di comportamenti complessi nei Neandertaliani", dice Talamo. "Questo lavoro dimostra ancora una volta l'importanza della datazione diretta dei resti umani, che in questo caso è caduta anche nella parte della nuova curva di calibrazione IntCal20 che ha migliorato la risoluzione delle analisi al radiocarbonio".
L'ipotesi che i Neandertal seppellissero i loro morti - con tutte le implicazioni simboliche e comportamentali che sono associate a questa pratica - è da tempo oggetto di un ampio dibattito. Molti ricercatori sostengono che solo l'Homo Sapiens praticasse attività funerarie. Ma questo è forse dovuto anche al fatto che molti dei resti di Neandertal meglio conservati sono stati ritrovati più di un secolo fa, quando le tecniche di scavo erano molto meno rigorose degli standard attuali: un elemento che ha reso a lungo impossibile convalidare le potenziali sepolture con criteri scientifici moderni.
Per questo il gruppo di ricerca è tornato sul famoso sito neandertaliano di La Ferrassie: un rifugio roccioso che si trova vicino ad una collina calcarea nel comune di Savignac de Miremont, nella regione francese della Dordogna. Qui all'inizio del secolo scorso vennero infatti ritrovati diversi scheletri di Neandertaliani adulti. E tra il 1970 e il 1973 emersero anche i resti di un bambino, identificato come La Ferrassie 8.
Gli studiosi hanno quindi messo in campo un'indagine multidisciplinare per documentare il contesto archeologico di La Ferrassie 8, svolgendo ricerche direttamente sul sito archeologico ma anche nelle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Les Eyzies e del Museo Nazionale di Storia Naturale a Parigi, oltre che negli archivi del Musée de l'Homme e dell'Institut de Paléontologie Humaine, sempre a Parigi.
In questo modo è stato possibile tracciare la distribuzione spaziale dei resti umani e degli oggetti archeologici ritrovati sia durante gli scavi effettuati nel 1968 e nel 1973 che nel corso di nuovi scavi realizzati nel 2014. Sono emersi così quasi cinquanta nuovi frammenti di fossili umani. Sono stati inoltre raccolti dati geocronologici grazie alla datazione al Carbonio 14 e alla datazione con luminescenza (OSL). E sono state effettuate analisi del DNA proteomico e antico, un'analisi tafonomica completa di tutti i resti ossei umani e della fauna associata, e analisi sul contesto geologico e stratigrafico del sito.
Collegando tutti i dati raccolti, i ricercatori hanno così dimostrato la presenza di una sepoltura scavata in uno strato sedimentario sterile, privo di altri oggetti archeologici, nella quale è stato depositato il corpo di un bambino di due anni. All'interno, un frammento di osso umano è stato identificato con una tecnica di spettrometria di massa chiamata ZooMS ed è stato associato ai Neandertal attraverso lo studio del suo DNA mitocondriale. Dopo essere stato datato con il metodo del radiocarbonio, gli è stata assegnata un'età compresa tra i 41.700 e i 40.800 anni fa. (red - BIG ITALY - 9 dic)
(© 9Colonne - citare la fonte)