Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Ilaria Sotis:
viaggio nella
democrazia contagiata

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

Ilaria Sotis: <br> viaggio nella <BR> democrazia contagiata

ILARIA SOTIS RACCONTA LA DEMOCRAZIA CONTAGIATA    

 Vivere in una democrazia, la pandemia ha interrogato ognuno di noi su che cosa significhi. Nei mesi del lockdown gran parte della retorica si è concentrata sui concetti di Paese e di popolo, ma è la democrazia che ha affrontato la prova più dura. Ne “la democrazia contagiata – Come Sars-CoV2 riguarda tutti i cittadini” di Ilaria Sotis, Guido Silvestri e Marina Vanzetta e con il patrocinio di Amnesty International (pubblicato da Infinito edizioni), si affronta il tema sotto diversi punti di vista. Da chi ha dovuto informare e raccontare cosa accadeva giorno dopo giorno, a chi ha operato sul campo e solo in un secondo momento ha potuto pensare a ciò che stava vivendo per finire con chi ha dovuto da subito analizzare il virus, imparare a conoscerlo e predisporre tutto il necessario per fare ricerca perché solo questa può garantire la salute alla popolazione mondiale. Le protagoniste del libro sono dunque tre persone, con tre ruoli differenti ma complementari che hanno dovuto guardare il virus in faccia e si sono chiesti allo stesso momento come sia stata contagiata dal Covid-19 la nostra democrazia. Il libro è’ appena uscito e già ha suscitato parecchi commenti da scrittori e lettori. “Le riflessioni di Ilaria Sotis, le interviste che ci propone, smascherano il linguaggio delle retoriche che si servono di parole ad effetto come ‘eroi’ o ‘angeli’, per mascherare le carenze colpevoli di un sistema sanitario pubblico deliberatamente indebolito costringendo la gente che lo abita, e ne è responsabile, a turni massacranti con stipendi scarnificati”, commenta lo scrittore Moni Ovadia. “Sono stato testimone, da ascoltatore e in parte anche come ospite, della qualità del servizio pubblico svolto da Ilaria Sotis. Come i radioamatori coi loro baracchini e le antenne piazzate sul tetto delle automobili durante i terremoti, la radio è stata la prima e la prima e spesso l’unica a produrre un’informazione tempestiva, efficace e di grande precisione”, dichiara lo scrittore Riccardo Noury. (Civ)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“NIPPORIVELAZIONI GASTRONOMICHE” DI ELISA NATA

Ci sono viaggi che regalano sensazioni inattese e profonde, al di là dello scopo per cui sono nati. E’ ciò che è accaduto a Elisa Nata, autrice del libro “Nipporivelazioni gastronomiche” partita per il suo viaggio di nozze in Giappone e tornata in Italia con il desiderio di raccontare un paese e i suoi molteplici aspetti culturali, estremamente diversi dai nostri, ma forse per questo oltremodo affascinanti. Aspetti che si identificano in una parola, per lei chiave: armonia. Ciò che si percepisce camminando nelle strade più affollate di Tokyo, che si assapora in tutti i piatti della cucina locale. Un’armonia che è prima di tutto bellezza sostanziale e concreta, ma anche serenità e semplicità. Tutti elementi che si ritrovano nella cucina tradizionale giapponese e vengono raccontati nel libro della Nata con un significato naturale e profondo. Avete mai sentito parlare del “Chawanmushi”? Tipico piatto nipponico che si serve in genere caldo in inverno e freddo in estate e oltre alle componenti della crema, viene caratterizzato da bocconcini di altri ingredienti, sempre in numero dispari, da pescare con un cucchiaino di legno. I bocconcini possono essere dadini di pesce, crostacei, pollo, verdure a fettine, germogli o erbetta. Nel libro troveremo intere ricette e consigli precisi su come far divertire i nostri cinque sensi con un pranzo o una cena orientale. Quest’opera è stata realizzata in collaborazione con Airg (Associazione Italiana Ristoratori Giapponesi), costituita nel 2003 ed edita da l’associazione “Trenta Editore”, nata nel 2004 con uno scopo ben preciso: diffondere la cultura del cibo con emozione e passione, attraverso una proposta editoriale innovativa e creativa. (Civ)

 

 

 

IL RUOLO DELLE DONNE NELL’EMIGRAZIONE: “L’ESODO” DI CLAUDIO FALLETI

“In un secolo, tra il 1871 e il 1980, emigrarono 6,5 milioni di donne italiane. Generalmente si considerano le partenze femminili come semplici risposte alla chiamata di mariti e padri partiti in precedenza e oramai stabilitisi all’estero. Così, mogli e figlie partono per ricongiungersi con gli uomini di famiglia, assumendo dunque nella scelta un ruolo passivo di soggetti che non decidono in autonomia di emigrare e di trasferirsi all’estero in modo definitivo. Il fenomeno migratorio offre dunque scarsa visibilità e importanza al ruolo della donna, relegata all’interno dei meccanismi decisionali in una posizione esclusivamente secondaria”, sostiene Claudio Falleti nel libro dal titolo “L’esodo” (Infinito edizioni), un volume dedicato all’emigrazione italiana nelle Americhe dal 1861. “Il ruolo della donna sembra passivo da un lato ma allo stesso tempo - continua Falleti - Alcune tradizioni culturali italiane sopravvivono nelle Americhe soprattutto grazie alle donne che le hanno tramandate. Si pensi, ad esempio, alle tradizioni culinarie all’interno delle famiglie, alle feste religiose, che costituiscono fattori fondamentali all’affermazione del senso di appartenenza culturale e alla conservazione dell’identità. Nel bagaglio della migrante vi sono le sue tradizioni, le sue origini, il desiderio di rimanere radicata a un punto fermo, sia questo rappresentato dal ricordo del paese natale o piuttosto dall’orgoglio di essere italiana”. Ne “L’esodo” si ricostruiscono fatti storici, politici ed economici e si raccontano le imprese di tanti italiani che hanno lasciato la propria Terra per fare fortuna nel “Nuovo Mondo”. Si racconta di donne e uomini provenienti “dalla gavetta”, i cosiddetti migranti economici che hanno coniato il motto: “il primo anno agricoltore, il secondo inquilino, il terzo proprietario”, anche se non sempre questa previsione si è avverata. (Civ)

 

 

 

BOLLANI TORNA CON “C’ERANO ROSSINI, LA PAGANELLA E LA TORTA DI PATATE”

A partire da oggi è disponibile su Amazon “C’erano Rossini, la Paganella e la Torta di Patate” il secondo libro di Mosby Eugenio Bollani che racconta le avventure tinte di giallo del videomaker e regista, Francesco Rossini. Il volume è fruibile sia in copertina flessibile che su Kindle ma non solo:  grazie a un QRcode abbinato al libro, si potrà entrare nel vivo della narrazione addirittura ascoltando le voci dei protagonisti e ammirando i luoghi dove si svolge l’avventura. Dopo il primo libro uscito su Amazon il dicembre scorso: “C'erano Rossini, Ginevra e i Cannoli Siciliani”, il mondo di Rossini e dei suoi amici si è arricchito di un blog Giallosapevo.it e di una pagina Facebook. Questa volta però la principale protagonista è la montagna, con le Dolomiti di Brenta e l’altopiano della Paganella. Alcuni amici di Mosby Eugenio Bollani hanno prestato la propria voce per raccontare personaggi e i racconti che compongono il nuovo giallo. Il mondo della comunicazione, in questo periodo di pandemia si sta appassionando a queste nuove avventure: i racconti di Rossini parlano di realtà e di esperienze che aiutano a risolvere non solo i “casi” investigativi, ma anche molti bisogni legati alla realtà quotidiana. “Andate sull’altipiano della Paganella – spiega l’autore - immaginatevi una caccia al tesoro, aggiungetevi della torta di patate e dei pezzi di Tordel, tutti accompagnati da mortandela, carne salada, speck e da formaggi trentini, cercate di capire cosa sta succedendo insieme ai protagonisti; un vecchio Sindaco, una D.J. che ricorda una nota pornostar, due creativi pubblicitari un cane terranova di nome Garfunkel e dei vecchi saggi della montagna. Intanto che tentate di scoprire chi è il cattivo di turno ascoltatevi della buona musica consigliata da Giovanni Villani detto Giubbox, dai Led Zeppelin a Bonnie Tyler; aggiungete litri di grappa al pino mugo e Gewurztaminer. Per smaltire il tutto seguite le indicazioni per una passeggiata nel cuore del Brenta, fino ad arrivare al rifugio ‘la Montanara’. Condite il tutto con tanta amicizia, demenzialità e un pizzico di atmosfera gialla. Shakerate nell’estate del 2020 e avrete l’esatta sintesi di ‘C’erano Rossini, la Paganella e la torta di patate’. Con il vostro cellulare inquadrate i QRcode abbinati al libro, per sentire le voci dei protagonisti e ammirare i luoghi dove si svolge l’avventura e il gioco è fatto. Buona lettura. Tra l’altro, dimenticavo, anche questa volta ci scappa il morto”. (Civ)

 

 

BARBARA APPIANO ROMPE LE REGOLE CON “DA GRANDE FARO’…”

 

La scrittrice Barbara Appiano - prolifica nella produzione di libri intrisi di poesia che spaziano tra sociale, ambiente, etica e filosofia della scienza -  ci offre il suo ultimo libro dal titolo: “Da grande farò il pedofilo, il boia e l’impiccato”. Una profonda interpretazione antropologica e sociologica dell’homo sapiens sull’eugenetica, sull’eutanasia, utero in affitto e il nuovo “presunto ordine mondiale”. Il libro è dedicato a due vittime di mafia: il giudice Rosario Livatino e Giuseppe Di Matteo, il bambino strangolato e sciolto nell’acido. L’io narrante è un neonato abortito mai nato che si ribella al suo omicidio e decide di rinascere parlando di noi, della scienza, della fede, della pena capitale e della pedofilia, diventando il portavoce della nostra coscienza. La prefazione del libro è stata scritta dal giornalista Stefano Duranti Poccetti, fondatore e direttore de “Il Corriere dello Spettacolo” che esordisce con queste parole: “La fine dell’uomo è alla sua nascita. Da grande farò il pedofilo, il boia e l’impiccato, il poliziotto postale, l’ergastolano e l’assistente sociale e il chierichetto sostituendomi a Dio che mi ha creato per errore senza scopo di lucro”. Il titolo sembra mettere sul palcoscenico esseri spregevoli e invece al contrario nel libro si dimostra come i vili e i crimini siano creati volutamente dalla società, attraverso quegli infausti meccanismi che, per interessi, sviluppano l’insano, annientando la vera natura dell’individuo. Quello che compie Barbara Appiano è un viaggio nella coscienza. In questo scritto, tra romanzo e saggio, costruito come fosse un lungo flusso di consapevolezza interiore, si fanno esempi di condannati a morte, di bambini mai nati perché secondo la scienza catalogati come “down” o “disabili” e quindi diversi o ancora peggio non degni di esistere. “L’uomo è nato libero e dappertutto si trova in prigione”, recita la pungente e significativa massima del filosofo Jean Jacques Rousseau che sintetizza anche il profondo concetto di questo volume, con il quale Barbara Appiano offre la sua visione sul mondo. Un mondo contraddistinto da un illuminismo all’ennesima potenza, che indirizza l’uomo verso schemi preconfezionati, travestendoli con la bella parola “Libertà”. Avremo un futuro robotico? Non lo sappiamo, ma è possibile, quello che è certo è che ci stanno già trasformando in robot, progettando le nostre vite, “obbligandoci gentilmente” a perseguire un certo cammino. Tutte le epoche finiscono e nell’arco della storia i cattivi sono sempre stati smascherati, prima o dopo. “Dio non ha mai smesso di brillare nell’universo e ancora brilla. Cercano di oscurarlo, ma la battaglia tra Dio e scienza ha e avrà sempre un unico vincitore: il creatore, colui che gioca in casa. Prometeo fu punito”, passo tratto dal libro. (Civ)

(© 9Colonne - citare la fonte)