Difficilmente saranno brevi i tempi del rientro di Eitan Biran, il bimbo israeliano di 6 anni, unico sopravvissuto alla strage del Mottarone (nella foto il luogo del disastro), sottratto dal nonno e portato in Israele. Lo paventa Carla Garlatti, Autorità Garante per l'Infanzia, in una intervista a La Stampa. “La tutela – spiega Garlatti - è assicurata dalla Convenzione dell'Aja che prevede che il minore sottratto andrebbe innanzitutto riportato nel Paese in cui viveva. Può esserci un rifiuto se c'è rischio che il minore al ritorno sia esposto a pericolo fisico o psichico. Ma la Convenzione prevede anche che il minore venga sentito e che si debba tenere conto della sua opinione se è abbastanza grande”. Israele ha aderito alla Convenzione dell'Aja. . . “Israele ha ratificato la Convenzione e dovrebbe quindi attenersi al suo contenuto come tutti gli stati aderenti. Però, mentre l'Italia la applica in maniera puntuale e rigorosa, ci sono stati che tendono a privilegiare i propri cittadini in netta violazione della Convenzione. Non mi chieda quali sono perché non le risponderei”. Quindi dopo aver sottratto un minore si può evitare il ritorno al genitore affidatario dimostrando l'esistenza di un rischio? “La convenzione prevede comunque un ritorno immediato entro sei settimane ma nella casistica che mi si è presentata nel Tribunale dei Minorenni dove ho lavorato è evidente che chi non vuole restituire cerchi di dimostrare che c'è un pre giudizio”. Questo vuol dire aprire un'indagine con un allungamento dei tempi? “Questo è il grande rischio”. (15 SET - red)
(© 9Colonne - citare la fonte)