Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Da Fabrizio Corona
lezioni non richieste

di Salvatore Tropea

E’ molto probabile che il cielo sopra lo stadio venga oscurato dello scandalo scommesse. Niente di nuovo. Si tratta solo di vedere quale sarà la violenza di questa nuova tempesta, nella certezza che non sarà l’ultima. Era già successo nella seconda meta del secolo scorso e anche allora non erano mancate le anime belle pronte a giurare su un ravvedimento che avrebbe consegnato il fenomeno agli archivi meno presentabili dello sport, trascurando il fattore maturità e intelligenza che spesso alimentano fenomeni di questa natura.

A proposito dei quali Aldo Serena, ex calciatore che ha indossato le maglie di Juventus, Inter e Milan, in un’intervista a Maurizio Crosetti di Repubblica, ha dichiarato: “Non credo sia ludopatia. Ho paura che la vicenda ci racconti qualcosa di più ampio sulla nostra società, qualcosa che ci riguarda come adulti e come genitori di persone sempre più fragili”. Se ciò è vero -e non c’è alcun motivo di dubitarne- allora è il caso di analizzare le ragioni della sua ripetitività e la statura morale, si fa per dire, delle persone che popolano questo demi-monde che si muove all’ombra del calcio e di altre discipline sportive.
Quando poi si scopre che ad accendere le polveri dell’ultimo scandalo è stato un personaggio come Fabrizio Corona, ex re dei paparazzi già noto alle cronache giudiziarie per vari reati, che in questi giorni ha spopolato su radio e televisioni dispensando lezioni di giornalismo, è facile farsi un’idea di quanto sta accadendo. Che Corona conosca il sottobosco delle scommesse, quello legale e quello illegale, non desta certo stupore. I suoi trascorsi sono, se mai fosse necessaria, una conferma. Il modo in cui va distillando nomi di calciatori coinvolti attestano una sua familiarità con la pratica dell’uso distorto delle notizie. Con ciò non si vuole attenuare o sottovalutare la gravità di una pessima abitudine che le società di calcio dovrebbero contrastare con mezzi di cui pure dispongono ma non lo fanno forse perché a conoscenza della sua diffusione hanno paura che un intervento finisca per agitare le acque del pantano. Un’omissione, questa, che permette a soggetti come Corona di usare a suo piacimento le carte di questo gioco che non fa onore a quella lealtà che dovrebbe supportare ogni disciplina sportiva.
E fin qui, verrebbe da dire, niente di nuovo. Ciò che appare discutibile e il comportamento di un servizio di informazione pubblico come la Rai che continua ad ospitare questo “giudice” dello scandalo scommesse e lo paga profumatamente perché lui punti il dito su questo o quel colpevole. Nel tentativo di raccattare qualche punto di share trasmissioni come Domenica In di Mara Venier, Belve di Francesca Fagnani, Avanti popolo della new entry Nunzia Di Girolamo hanno accolto nei salotti televisivi questo signore. E mai nessuna delle conduttrici che gli abbia detto: “Se lei e a conoscenza di dei fatti di cui sostiene di essere a conoscenza, vada da un magistrato e riferisca tutto”. Un consiglio che Corona non prenderebbe certe in considerazione, ma servirebbe se non altro a far capire con chi si ha a che fare. 


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