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Violenza donne, verso W20 Brasile un appello per bloccare direttiva Ue

Roma, 20 feb - "Women20 Brasile prende esempio dal grande lavoro fatto dalla presidenza italiana: ciò dimostra che quando l'Italia si muove, si muove bene con le sue donne". Così Martina Semenzato, presidente Commissione di inchiesta sul femminicidio, che alla Camera insieme alla delegazione italiana del Women20 ha promosso una conferenza stampa dedicata al Summit del W20, previsto per il prossimo autunno in Brasile, che ha assunto per il 2024 la presidenza annuale del G20 (la presidenza italiana era stata nel 2021). "Noi prendiamo dalla società civile delle donne, che compone il Women20, tutte quelle sollecitazioni per mettere a terra le azioni politiche. Il punto di partenza per un lavoro corale e utile a questa commissione" conclude la parlamentare. Janaina Gama, co-head W20 Brasile, è intervenuta in videocollegamento mentre Linda Laura Sabbadini, Chair W20 nel 2021, ha spiegato: "Le brasiliane ci hanno chiesto un sostegno particolarmente forte, e soprattutto sul tema della violenza glielo daremo: coordinerò con loro tutto il lavoro che verrà fatto a livello di G20 delle donne. E' importante sottolineare che la pratica che portiamo avanti è quella della 'sorellanza', ovvero la condivisione permanente di una serie di temi tra tutte le donne. Se non si pratica la sorellanza è molto difficile raggiungere gli obiettivi, soprattutto a livello internazionale dove le anime e i punti di vista sono i più differenti. Quello della violenza sulle donne, insieme al lavoro, è uno dei temi cruciali del W20 Brasile". Dalla delegazione italiana del Women20 arriva inoltre un doppio appello. Il primo a livello Ue. "Sulla violenza contro le donne - sottolinea Sabbadini - si sta portando in votazione al Parlamento europeo una direttiva che non va bene: il nostro appello agli europarlamentari è di non votarla, di riprendere la direttiva e approfondirla con la prossima legislatura, perché se passa questa direttiva dovremmo aspettare altri 5 anni prima di poterla modificare. Una direttiva grave, che vorrebbe essere l'attuazione della Convenzione di Istanbul, ma che la snatura essendo stato stalciato l'articolo 5 sullo stupro, che lo definiva come un rapporto sessuale senza consenso esplicito. Con lo stralcio di questo articolo lo stupro non sarà un reato europeo e i paesi non saranno tenuti a perseguirlo in quanto rapporto sessuale senza consenso esplicito, e non saranno sanzionati se non lo faranno. Bisogna ripristinare lo spirito della Convenzione di Istanbul, che era stato un passo in avanti incredibile per tutte le donne". Il secondo è un appello nazionale: "Nel Consiglio europeo - spiega Sabbadini - il governo italiano ha votato correttamente contro lo stralcio dell'articolo 5: allora noi lo chiamiamo alla coerenza, insieme alle opposizioni, e chiediamo di modificare la legge sulla violenza sulle donne che non prevede ancora lo stupro come rapporto sessuale senza consenso esplicito. Uniamo le forze". In segno di continuità con il lavoro della Commissione Femminicidio nella scorsa legislatura, la presenza della senatrice Pd Valeria Valente: "Da queste donne - afferma - non mi sorprende che oggi venga un appello a sollecitare il Parlamento europeo a non approvare la direttiva sulla violenza contro le donne, così come uscita dalla mediazione dei rappresentanti dei governi europei, perché è stata troppo modificata rispetto al lavoro fatto in precedenza dal Parlamento europeo: una direttiva che rischia di farci fare un passo indietro, invece che un passo avanti, nell'applicazione piena della Convenzione di Istanbul, che per noi è stata sempre un faro nella battaglia contro la violenza maschile sulle donne". "Il tema dello stupro - rileva Valente - è uno dei tanti affrontati nella direttiva: noi in Italia abbiamo presentato da tempo un disegno di legge che vuole stabilire che tutti gli atti sessuali compiuti senza il consenso sono qualificabili come stupro, ricordiamo che oggi in Italia non è così e per questo sarebbe servita una direttiva avanzata, che avrebbe potuto mettere l'Italia in una procedura di infrazione. Ma all'interno di questa direttiva - sottolinea la senatrice dem - tanti e troppi sono stati i passi indietro, penso anche al tema della formazione e della specializzazione degli operatori, da quelli della giustizia a quelli dell'educazione. Su questo terreno non ci possiamo permettere passi indietro: blocchiamo questa direttiva così come è stata modificata, rimandiamola al futuro Parlamento, potrebbe venire un documento più prezioso e più utile per il lavoro da fare in Italia e nel mondo intero". (PO / Roc) ////

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