La notizia della multa ad un Senzatetto perché "bivaccava", come sentenzia il verbale sull'infrazione del regolamento comunale, sotto la pensilina di una fermata del bus davanti al cimitero, é senz'altro la piú importante degli ultimi giorni a Verona. .
La Verona di don Steeb, don Mazza, don Calabria, don Bertoni, cittá della solidarietá e della caritá, del volontariato e dell'accoglienza ha mostrato la punta del gigantesco iceberg su cui posa e il vero potere occulto che la condiziona: l'indifferenza mescolata al perbenismo.
Anni fa una rozza amministrazione comunale ha approvato un regolamento accettato passivamente dalla popolazione della cittá. Le panchine col divisorio a metá, perché i Malcapitati non potessero trovare conforto nemmeno di notte, sono il sigillo che esiste ancora, anché in prossimitá di un luogo di dolore com'é Piazzale Stefani, sul quale si affaccia l'ospedale.
Purtroppo la nuova amministrazione non ha ancora smantellato questi simboli di inciviltá, che non sono degni della cittá di San Zeno e di Dante, resa famosa nel mondo da Shakespeare, che riteneva non ci fosse vita migliore al di fuori delle sue mura.
Quell'amministrazione smantelló i campi degli zingari, che fortunatamente trovarono rifugio nella Comunitá di Polesella , fondata e gestita dal generoso don Gianluca.
Inizió un approccio troglodita ai problemi sociali, che sará difficile estirpare. Ora si semplificherá il giudizio: é tutta colpa del vigile, ligio al regolamento, pauroso, senza sensibilitá umana...
No. É la "cultura" che permea molti addetti pubblici in ogni ambito, figlia di storture di un decennio negativo, che necessiterá di decenni per essere estirpata. Per dare un contributo forte e inequivocabile occorrono due pubbliche azioni: scuse del Comune al Senzatetto e alla cittá, dimissioni del comandante dei vigili e dell'assessore di riferimento.