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direttore Paolo Pagliaro

GOVERNO: 50 MILIONI
IN "PROGETTI CAIVANO"

GOVERNO: 50 MILIONI <br> IN

Cinquanta milioni in tre anni, per un cronoprogramma operativo di azioni coordinate in 15 aree socioeducative strategiche, realizzate grazie all'alleanza pubblico, privato e privato-sociale, a sostegno dei bambini, dei giovani e delle famiglie. È l'iniziativa promossa dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, insediato alla Presidenza del Consiglio, e illustrato oggi dalla viceministro al Lavoro Maria Teresa Bellucci che ha parlato di "un ulteriore importante tassello degli interventi del Governo per la prevenzione del disagio nei contesti a più alta vulnerabilità sociale e povertà educativa". Un progetto, ha spiegato Bellucci, che prende lo spunto dal modello Caivano "per fornire strumenti per garantire la presenza dello stato e di tutti coloro i quali si sentono responsabili" in particolare le realtà del terzo settore: "Compito dello Stato è favorire l'operatività di tutti coloro che si mettono insieme per garantire un servizio comune e abbiamo attivato una azione di sistema". I 50 milioni stanziati, che il governo assicura essere solo un passo iniziale, saranno orientati nel tempo sulle base delle esigenze territoriali, per ora in località che saranno individuate in undici regioni d’Italia (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna) con gli indici più alti di povertà educativa e di criminalità e disagio.

 “Purtroppo Caivano non è un unicum” ha spiegato Bellucci, chiarendo che l’intento è proprio replicare il modello “per le tante Caivano d’Italia”, mettendo a terra (entro l’inizio del prossimo anno) case per il diritto al gioco, unità di strada, servizi di supporto psicologico e molto altro in un’offerta che sarà pensata su misura per le esigenze del territorio, grazie alla collaborazione con il terzo settore “nell’ottica di un rapporto di complementarietà e non più di sostituzione” ha spiegato Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore, e con le parrocchie. Proprio don Patriciello, il sacerdote di Caivano, il comune del napoletano salito alle cronache la scorsa estate per le violenze di gruppo subite da due cuginette di 12 e 10 nella piazza della spaccio nelle mani della camorra, ha ricordato che “Il mio comune è stato sciolto per mafia per la seconda volta consecutiva: allora chi sarà il nostro interlocutore? I topi hanno ballato per 35 anni e questi sono i risultati. La mafia ci minaccia per toglierci la libertà ma noi non ci stiamo: come dice il Vangelo, se un chicco di grano caduto a Caivano è servito a portare una spiga io dico ‘Dio sia benedetto’. di tutta questa sofferenza nulla deve andare perduto. E’ mio dovere ringraziare il governo per quello che e successo in questi mesi e che sta ancora succedendo”. Il programma di intervento verrà definito nel corso dei prossimi mesi insieme ad ACRI-Associazione delle fondazioni di origine bancaria, al Forum Nazionale del Terzo Settore, dall’impresa sociale “Con i Bambini”.

(© 9Colonne - citare la fonte)