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direttore Paolo Pagliaro

EUROPEE, CALENDA:
PIZZAROTTI CON NOI

EUROPEE, CALENDA: <BR> PIZZAROTTI CON  NOI

"Azione ha un unico obiettivo per le Europee: presentare le migliori liste in termini di qualità dei candidati mai fatte fino ad ora. Questo vuol dire che se si parla di difesa c'è il generale Camporini, se si parla di ambiente il professor Zollino, se si parla di sanità l'assessore D'Amato che ha fatto il miglior piano vaccinale in Italia e tanti altri. Oggi si aggiungono Federico Pizzarotti e altri che escono da Più Europa per venire a fare una operazione che ha un'altra caratteristica: Azione e i suoi partner, ne avremo 8, andranno tutti nello stesso gruppo, la pensano tutti nello stesso modo per quanto riguarda i temi fondamentali, dall'Ucraina al Green New Deal, alla politica industriale". Così Carlo Calenda, leader di Azione, annunciando alla Camera la candidatura alle europee con la lista "Siamo europei" di Federico Pizzarotti, che lascia Più Europa. "Non ci sono cioè dissonanze, non c'è uno
che va nei socialisti, uno nei popolari – spiega Calenda - andremo tutti nel Gruppo
Renew e faremo una campagna elettorale fondata unicamente sulla qualità delle persone e
dei programmi, perché questo meritano gli italiani". Pizzarotti, che sarà punto di riferimento della lista nel nord-est, è seguito da Piercamillo Falasca - ex vicesegretario di Più Europa - e Concetta Bianco, che però non si candideranno alle europee. "Ho chiamato sia Bonino, che Della Vedova che Magi per avvisarli della mia decisione di lasciare Più Europa, di dimettermi da presidente: ho appreso tante decisioni a mezzo stampa e non ho condiviso le scelte" spiega l'ex sindaco di Parma. Il 17 aprile sarà svelato il simbolo, mentre il manifesto di "Siamo Europei" verrà presentato il 23 aprile a Milano con tutti i candidati. "Dispiace, perché un'ovvia compatibilità tra Più Europa ed Azione e anche i loro sondaggi lo confermavano: di questa storia non ho ancora capito cosa sia veramente accaduto" spiega Calenda, che attacca la lista composta, tra gli altri, da Italia Viva e Più Europa. "Non capisco come si faccia a prendere un miscelatore e buttarci dentro Cesaro, Cuffaro, Mastella, shakerarlo con chi andrà con i socialisti e chi con i popolari, metterci dentro Italia Viva e un pezzo di Più Europa, far girare tutto questo e chiamarlo 'Stati Uniti d'Europa'. Questa non è la lista 'Stati Uniti' d'Europa, ma una lista fatta da gente che andrà in gruppi diversi, con candidati molto discutibili che hanno un solo obiettivo, quello di mettersi al riparo dal quorum". Dal giorno dopo le Europee, ribadisce Calenda, "Azione ha preso l'impegno di aprire un cantiere per un grande partito che unisca i socialisti riformisti, i popolari, i liberali puri e i repubblicani". In merito alla collocazione, il leader di Azione precisa: "Siamo all'opposizione del governo Meloni, nelle elezioni regionali ad esempio cerchiamo sempre un accordo con le opposizioni, ma quello che emerge è che c'è un campo molto più largo da costruire che quello di sinistra: un'area che io chiamo repubblicana, che include il popolarismo, un pezzo importante della cultura di questo paese che non ha rappresentanza e che con Conte non ha nulla a che fare: noi con i 5 Stelle non vogliamo starci, e tra l'altro mi pare che l'ultimo dei problemi che ha il campo largo sia il fatto che noi non ci siamo, perché mi pare che non ci sia proprio il campo largo". Non è il nostro campo - ribadisce Calenda- ma va costruita un'alternativa: il bipolarismo cadrà sull'Ucraina, quando le cose si faranno più difficili, i due poli andranno letteralamente a pezzi, mentre noi saremo dove sempre siamo stati". Sulla sua candidatura, infine, Calenda non scioglie la riserva: "Siccome penso che non sia una cosa giusta, voglio aspettare fino all'ultimo per capire se c'è lo spazio per non candidarmi: la mia è una riflessione vera e aperta. Voglio capire cosa fanno gli altri leader che ancora non hanno sciolto la riserva. Da un lato non voglio dare l'impressione di non metterci la faccia, perchè sto girando come una trottola impazzita, dall'altro lato non vedo perché candidare uno che poi ci rimane poco". (Roc)

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