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direttore Paolo Pagliaro

''UNIVERSITA' LIBERE, MA
NON RECIDERE LEGAMI''

''UNIVERSITA' LIBERE, MA <BR> NON RECIDERE LEGAMI''

"Le università sono sempre state, oltre che sede di approfondimento e trasmissione del sapere, luogo del libero dibattito, della critica e anche del dissenso nei confronti del potere. Dibattito, critica e dissenso collegati tra gli atenei di tutti i paesi, al di sopra dei confini e al di sopra dei contrasti tra gli Stati. Se si recide questo collegamento, questo prezioso scambio di riflessioni, di collaborazioni, di esperienze, non si aiutano i diritti, non si aiuta la libertà né la pace, ma si indebolisce la forza del dibattito, della critica, del dissenso. Si aiuta il potere, quello peggiore, che ha sempre cercato di tenere isolate le università del proprio Paese, di impedirne il collegamento con quelle oltre confine". E' il pensiero espresso dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella sua Lectio Magistralis all'Università di Trieste, che ha conferito al capo dello Stato e al presidente emerito della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor, la Laurea Magistrale Honoris Causa in Giurisprudenza. Il richiamo, evidente, alle tante proteste e alle iniziative sorte negli atenei in merito al conflitto israelo-palestinese. E' l'Europa, inoltre, al centro delle riflessioni di Mattarella: "Il progetto europeo è più che mai imprescindibile e urgente, alla luce anche della brutale e ingiustificabile aggressione della Federazione Russa ai danni dell’Ucraina. Ciò vale non soltanto nei confronti di Ucraina, Moldova e Georgia, ma soprattutto dei Paesi dei Balcani Occidentali che oltre venti anni addietro hanno iniziato questo impegnativo percorso di integrazione". Il capo dello Stato ricorda che "il mondo ha bisogno di pace, stabilità, progresso, e l’Unione Europea è chiamata a dare risposte concrete alle aspirazioni di quei popoli che guardano al più imponente progetto di cooperazione concepito sulle macerie del secondo conflitto mondiale". Slovenia e Italia, evidenzia inoltre Mattarella, "hanno sviluppato un dialogo costante e fruttuoso, alimentato dalla consapevolezza che la comune adesione e appartenenza alla casa europea e ai valori euro-atlantici rappresentino quell’elemento identitario che rafforza nei nostri Paesi lo sguardo verso il futuro. La riconciliazione con la storia non ci libera dal dovere di conoscerla e di ricordare, come Borut Pahor ha più volte sottolineato. Non conduce a letture di comodo del passato né relativizza le responsabilità, ma ci consente di coltivare sentimenti di rispetto per le sofferenze di ciascuno, in luogo di nutrire rancore e contrapposizione". Si iscrive in questo processo, sottolinea il presidente, il Giorno del Ricordo, istituito dal Parlamento italiano nel 2004 e che richiama, in particolare, le sofferenze delle popolazioni istriane-giuliane-dalmate: "Ricordare gli avvenimenti, che hanno così profondamente inciso con dolore sulla vita delle popolazioni al confine orientale, significa anche rispettare i patimenti altrui - afferma Mattarella - Le ferite causate dalle tragedie del Novecento non si possono cancellare. Le guerre combattute senza alcun rispetto per le popolazioni civili, le violenze e gli esodi, hanno colpito e sconvolto l'Europa, in balia di una lotta combattuta da nazionalismi esasperati". (Roc)

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