Sale la tensione nella Lega. Il fondatore del Carroccio Umberto Bossi, alla vigilia del grande raduno di Varese in cui verranno festeggiati i 40 anni del partito, parte all’attacco della leadership di Matteo Salvini. Secondo Bossi “La Lega di allora era radicata nella base popolare, oggi serve un leader che vada nella direzione dell’autonomia, che rimetta al centro la questione settentrionale”, ha dichiarato. 

E su quello che potrebbe essere il possibile erede Bossi sembra non avere troppi dubbi: “Giorgetti è uno bravo, ma non dico niente se no voi giornalisti lo massacrate” ha aggiunto il Senatur.

Bossi, che ha festeggiato i 40 anni della Lega con un centinaio di fedelissimi, ha fatto poi sapere che non sarà domani alla celebrazione di Varese.

Naturalmente le parole di Bossi non sono state prese bene dall’entourage del ministro Salvini, che oggi era impegnato a Milano per il G7 dei trasporti. Il vicepresidente Andrea Crippa ha replicato immediatamente al fondatore Bossi con un secco “senza Salvini oggi la Lega non esisterebbe”.

Oggi al "fondatore" ha risposto anche Matteo Salvini: "Io sono in Lega da 30 anni e sono abituato alle telefonate notturne e diurne di insulto e di polemica di Umberto Bossi, quindi mi servono per capire e migliorare Bossi può dire quello che vuole per me sono sempre consigli utili", ha poi ribadito Salvini.

Ad ogni modo le prossime elezioni europee rappresenteranno uno spartiacque per la leadership di Matteo Salvini che proprio alle ultime elezioni europee aveva raggiunto il miglior risultato elettorale di sempre per la Lega. Poi una serie di “gaffe”, la continue polemiche e la scelta politica di puntare su una Lega “nazionale” piuttosto che su una Lega “espressione del Nord” e delle ragioni dell’autonomia, hanno minato il “Capitano” che, visti i sondaggi, dopo le europee molto probabilmente dovrà fare i conti con un crescente malessere all’interno della Lega che è un partito che amministra Regioni, Comuni, Enti partecipati ed è il più longevo partito nella scena politica nazionale e quello con una ormai consolidata classe politica e dirigente.