Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

‘CYBERSICUREZZA,
SIAMO IN GUERRA’

‘CYBERSICUREZZA, <BR> SIAMO IN GUERRA’

“Parliamo sempre di più di guerra cibernetica, in considerazione del fatto che sono aumentati gli attacchi che coinvolgono non solo la pubblica amministrazione e le aziende ma anche i privati. Il tema oggi è la collaborazione tra il settore privato e quello pubblico. Per quanto riguarda la strategia sulla cybersecurity, l’Italia è conformata alla normativa europea e siamo in attesa della prossima adozione del ddl Cybersicurezza. Tuttavia, la questione va oltre i confini nazionali a causa del carattere illimitato del cyberspazio e dell’anonimato di cui di fatto godono i cyber criminali. Peraltro, si valuta che le entrate generate dagli attacchi cyber superino di gran lunga quelle del narcotraffico”. Lo afferma Annita Sciacovelli, professoressa presso l’Università di Bari e advisor agenzia dell’Unione europea per la cybersecurity, in una intervista a L’Edicola del Sud. Come si concretizza? “Attraverso l’impiego di veri e propri gruppi di hacker criminali che agiscono per conto di chiunque li paghi, dalla criminalità organizzata ai governi. È una situazione complessa, molto critica e sempre in evoluzione. Alcuni governi, di fatto, ‘sponsorizzano’ i gruppi cybercriminali consentendo loro di agire in modo illecito e di usare le infrastrutture digitali esistenti sul proprio territorio. In tal modo lo Stato, che non risulta essere formalmente responsabile a livello internazionale, pur minando indirettamente la sicurezza fisica e digitale di altri Stati. Da questo punto di vista, la nuova arena geopolitica e il nuovo campo di battaglia è lo spazio cibernetico”, “oggi non ci riferiamo più alla sicurezza in termini solo fisici. Il paradigma è cambiato, ci avvaliamo della difesa dell’ambiente fisico da attacchi militari, ma anche della tutela dell’ambiente digitale. La pandemia ha portato a una digitalizzazione rapidissima e disorganica, non eravamo preparati ad un tale cambiamento. Telefonini, computer e tablet ormai contengono i nostri dati sensibili su conti bancari, sull’identità digitale e tanto altro” ed “è cambiato proprio il concetto di hacker. Non si parla più del ragazzino con felpa e cappuccio chiuso in garage che ‘smanetta’ al pc, ma di vere e proprie società a delinquere che contano centinaia di affiliati e che operano, tramite piattaforma, da diverse parti del mondo. Questo rende molto complesso lo svolgimento delle indagini penali e la repressione del fenomeno, proprio a causa della tolleranza di alcuni stati extra-Ue nei confronti di tali attività illecite. È emerso che questi gruppi spesso hanno delle vere e proprie finanziarie e sono strutturate come delle normali aziende con un help -desk sempre operativo e addirittura un’attività di customer care”. Ci sono stati importanti attacchi cibernetici sul nostro territorio? “L’ultimo è stato ai danni dell’Asl di Matera a inizio 2024. In quel caso specifico si è trattato di un ransom ware, cioè sono stati criptati tutti i dati sanitari e la cyber gang che aveva attaccato i sistemi informatici richiedeva il pagamento di un riscatto per dare in cambio la chiave di decriptazione. Sono intervenute prontamente la Polizia Postale e l’Agenzia nazionale per la cybersicurezza (Acn) che sono riusciti a trovare la chiave di decriptazione”. (15 apr - red)

 

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