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direttore Paolo Pagliaro

MENTANA: NON VEDO
ALLARMI DEMOCRATICI

MENTANA: NON VEDO <BR> ALLARMI DEMOCRATICI

“Se uno se ne va dalla Rai quando comanda il centrosinistra si dice in un modo, quando comanda la destra si dice in un altro. Lavorerei molto volentieri in una rete televisiva con Amadeus, ma non mi immagino una Rai povera senza di lui”, “negli anni '80-'90 Mike Bongiorno, Raffaella Carrà, Pippo Baudo, Corrado hanno lasciato la Rai per andare a Mediaset. Da quando esiste il mercato esiste l'attrazione per il privato che non deve parametrare i compensi, rendere conto del canone, ha più velocità decisionale perché non ha la politica come editore”. Lo afferma Enrico Mentana in una intervista a La Stampa. “Nessun politico – aggiunge - ha diritto di rompere le scatole - come fanno a ruoli alternati - rispetto alle cose della Rai, fin quando tutti i partiti saranno editori della Rai. Si parlino in cda e in Vigilanza, ci sono solo loro”, “sono entrato al Tg1 e rimasto lì 8 anni quando il direttore non cambiava a ogni nuovo governo, ma a ogni congresso della Dc. Nessuna Usigrai si è mai lamentata del fatto che tre anni fa c'era un unico partito di opposizione”, “ma di cosa stiamo parlando? Della campagna elettorale rispetto ai tempi di presenza del governo? È questo l'allarme democratico?” ed “i giornalisti non sono dei soggetti deboli che hanno bisogno di tutele scritte: hanno gli strumenti per denunciare e difendersi”. E ricorda che “scioperammo contro Craxi presidente del Consiglio per delle prese di posizione proprio rispetto alla Rai. E si sa di che parte politica fossi considerato ai tempi. I giornalisti della Rai devono essere, più degli altri, al di sopra di ogni sospetto. E invece da sempre ci sono il Tg1 governativo, il Tg2 a destra, il Tg3 a sinistra. Questo era comprensibile e in qualche modo giustificabile per il pluralismo fino a qualche anno fa. Ora è diventato un'altra cosa. Perché l'era dei social ha acuito non lo spirito di appartenenza, ma di fazione, portando alla demonizzazione dell'avversario. Questo ha contagiato i giornali, i lettori, e anche la televisione. E avviene in assenza della politica dei partiti”, “come tattico Conte si sta rivelando il migliore, ma non so se sia di destra o di sinistra e non solo perché non sceglie tra Trump e Biden. Ci sono forze come la Lega che hanno pencolato tra destra e sinistra: possiamo dire che Salvini sia di destra, ma Zaia? Quanto al Pd, chi capisce cosa pensa è bravo. Tutto questo ci mette in una terra di nessuno in cui il giornalista deve innanzi tutto dimostrare che ha dei valori lui, è lui il garante della sua indipendenza”. (18 apr - red)

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