Suez - “La sicurezza economica è sempre più l'asset su cui dovrà muoversi la nostra Italia e la nostra Europa, in un contesto globale in cui insistono vari fattori di rischio come conseguenza del conflitto nel Medio Oriente. I valori economici legati alla crisi nel Mar Rosso sono elevatissimi: basti considerare che la rotta marittima attraverso il Canale di Suez è cruciale per le esportazioni del Made in Italy. Ulteriore preoccupazione riguarda il rischio di una diversione del traffico dall’Asia all’Europa, a scapito del sistema portuale italiano e dell'economia ad esso collegata”. È quanto ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo insieme al vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, alla prima riunione del tavolo sulle conseguenze della crisi nel Mar Rosso per l’economia italiana. “Il governo – ha dichiarato Tajani - è al fianco delle imprese che operano all’estero, anche nelle situazioni di crisi che richiedono di essere affrontate con un approccio di sistema. Ci siamo attivati da subito per il lancio dell’operazione europea Aspides, che sta svolgendo una fondamentale funzione volta a ristabilire la sicurezza e la libertà della navigazione nell’area: faremo di tutto per tutelare il sistema marittimo italiano e il nostro sistema produttivo dalle conseguenze di questa crisi”. Nel corso dell’incontro, cui hanno preso parte rappresentanti delle associazioni di categoria e imprese del settore, è stata presentata un’analisi dell’impatto economico della crisi - a cura di esperti del Mimit, di Sace e di Cassa Depositi e Prestiti. Erano presenti funzionari della Presidenza del Consiglio dei ministri e di altri Dicasteri (Masaf, Mase, Ministero Politiche del Mare, Mit), dell’Agenzia Ice e di Simest, insieme alle competenti Direzioni Generali del Maeci, che hanno presentato un punto della situazione sull’evoluzione del quadro politico e di sicurezza nell’area. (9colonne)
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