di Paolo Pagliaro
In Italia accade che un’impresa, dovendo aprire una galleria, si trovi ad ad accumulare materiali da scavo e a sostenere il relativo costo per il conferimento in discarica.
Contemporaneamente, una diversa impresa, che avrebbe bisogno degli stessi materiali per riempire un terrapieno o costruire una strada, scava le montagne per procurarseli.
Si tratta di uno spreco e un danno ambientale con risvolti spesso criminali che si potrebbero evitare con una banca dati che tracciasse i fabbisogni e le disponibilità dei diversi materiali di scarto. E’ una delle proposte avanzate recentemente al governo dall’Autorità nazionale anticorruzione, che dal 2014 si adopera per promuovere rispetto della legalità e buona amministrazione e che oggi ha presentato la relazione annuale.
I dati illustrati dal presidente Giuseppe Busìa non sono incoraggianti. Dal rapporto 2023 sulle attività della Procura europea , l’Italia risulta il Paese che ha procurato più danni al bilancio dell’Unione a causa di frodi e malversazioni. Ma i guasti procurati dalla corruzione li pagano soprattutto gli italiani. Ci sono le opere non ultimate, o completate con smodati ritardi e sperpero di denaro pubblico. Le imprese sane che falliscono a causa di un mercato poco aperto e trasparente. I giovani costretti a cercare all’estero quella realizzazione professionale impedita in patria da concorsi poco trasparenti
L’Anac non aveva aspettato gli arresti per segnalare – mesi fa - che l’appalto della nuova enorme diga di Genova era irregolare. E oggi denuncia il dilagare degli affidamenti diretti, che l’anno scorso sono stati oltre il 90% degli appalti, e l’ingiustificato ricorso ai subappalti anche quando non servono lavorazioni particolari. E’ implicito l’appello al Parlamento perché se ne occupi prima che lo faccia la cronaca giudiziaria.
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