Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

PUTIN DA XI: SU UCRAINA
POTREMMO NEGOZIARE

PUTIN DA XI: SU UCRAINA <BR> POTREMMO NEGOZIARE

Gli occhi della diplomazia internazionale sono puntati oggi e domani su Pechino per la visita ufficiale del presidente russo Vladimir Putin che avviene in un momento in cui la campagna Ucraina sembra volgere al meglio per le forze di Mosca, anche a causa del lento affluire degli aiuti bellici occidentali all’esercito di Kiev. Un viaggio che serve a riaffermare che tra i due colossi asiatici sussiste un “asse di ferro” del quale proprio i partner del paese invaso – Usa e Gran Bretagna su tutti – devono tenere conto. Anche se, ha specificato il leader del Cremlino, “È di fondamentale importanza che le relazioni tra Russia e Cina non siano opportunistiche e non siano dirette contro nessuno. La nostra cooperazione negli affari mondiali oggi funge da uno dei principali fattori stabilizzanti sulla scena internazionale”. È comunque un dato di fatto che dallo scoppio di quella che Mosca si ostina a chiamare un’“operazione militare speciale” in Ucraina, la Russia sia devenuta sempre più economicamente dipendente dal partner orientale. La visita avviene poco dopo la scontata conquista del quinto mandato presidenziale per Putin e in occasione del 75esimo anniversario delle relazioni diplomatiche instaurate tra l'ex Unione Sovietica e la Repubblica Popolare Cinese.

Secondo Putin, Russia e Cina insieme “sostengono i principi di giustizia e un ordine mondiale democratico che riflette realtà multipolari e un ordine mondiale basato sul diritto internazionale”. “Russia e Cina stanno collaborando con successo nell'ambito delle Nazioni Unite, dei BRICS, della SCO e del G20. Siamo determinati ad armonizzare ulteriormente i processi di integrazione nello spazio eurasiatico, per combinare il potenziale della Comunità economica eurasiatica e la tua, mio caro amico, la Belt and Road Initiative”, ha aggiunto il leader russo il quale, dopo l’incontro con Xi Jinping, ha rimarcato nello specifico che il commercio e gli investimenti reciproci tra Russia e Cina “sono protetti in modo affidabile” e che “La quota del rublo e dello yuan nelle transazioni commerciali russo-cinesi supera già il 90%. E questa cifra continua a crescere, e ciò rende evidente che il commercio e gli investimenti reciproci siano protetti in modo affidabile dall’influenza negativa dei paesi terzi e dalle tendenze negative nei mercati valutari globali”. Putin ha ribadito che l’approfondimento dei legami commerciali e di investimento “è stato facilitato dal trasferimento tempestivo e coordinato dei pagamenti nelle valute nazionali”.

Sempre sul fronte economico, Putin ha aggiunto che con Xi Jinping è stato concordato di rafforzare i contatti tra le banche e di utilizzare i sistemi di pagamento nazionali per servire gli operatori economici dei due paesi. “Per quanto riguarda la cooperazione industriale bilaterale, accogliamo con favore l'espansione attiva della presenza delle case automobilistiche e dei produttori di elettrodomestici cinesi sul mercato russo”, ha aggiunto il presidente. Della crisi ucraina, assieme agli altri temi dell’agenda della politica estera, si tratterà in un incontro informale nella serata odierna tra i due leader. Putin ha comunque espresso la propria gratitudine ai diplomatici cinesi “per le iniziative che stanno portando avanti per risolvere questo problema”. Il presidente russo ha ribadito il proprio sostegno al piano di pace in dodici punti presentato da Pechino a febbraio 2023. Un piano seccamente rifiutato da Kiev in quanto permetterebbe a Mosca di consolidare le sue conquiste territoriali. Va ricordato che alla vigilia della visita Putin ha dichiarato in un'intervista ai media cinesi che il Cremlino è pronto a negoziare sul conflitto in Ucraina. “Non abbiamo mai rifiutato di negoziare”, ha dichiarato il leader russo all'agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua. “Stiamo cercando una soluzione globale, sostenibile e giusta di questo conflitto attraverso mezzi pacifici. Siamo aperti al dialogo sull'Ucraina, ma tali negoziati devono tenere conto degli interessi di tutti i Paesi coinvolti nel conflitto, compresi i nostri”. Un punto di vista che va di pari passo col no di Mosca alla partecipazione al vertice di pace organizzato dalla Svizzera a giugno, definito dalla diplomazia russa come un evento in cui ci si limiterà a “lanciare diktat” alla Russia. (16 MAG - deg)

(© 9Colonne - citare la fonte)