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direttore Paolo Pagliaro

La condanna di Al Capone

17/10/1931

E’ il 17 ottobre del 1931 allorché una corte di Chicago condanna Al Capone per evasione fiscale. Per Alphonse Gabriel Capone, meglio conosciuto come Al "Scarface" Capone o Al Brown, l’uomo divenuto il simbolo del gangsterismo, è l’inizio della fine. La giustizia statunitense, incapace di prenderlo con le mani nel sacco nonostante gli si attribuiscano numerosi fatti di sangue (basti ricordare la “strage di San Valentino”) ha dovuto infatti ricorrere a una specie di escamotage, ovvero la tassazione dei proventi delle attività illecite, per incastrarlo. Partito con la gestione delle scommesse clandestine, Al Capone riuscì all’apice della “carriera” a controllare una vasta gamma di attività illegali, favorito in questo dal proibizionismo. Ad alimentare la fama del boss, che si diede sempre da fare sul fronte della corruzione politica, furono alcune sue iniziative volte a procacciarsi consenso: la gravissima crisi economica del 1929 aveva spinto sul lastrico milioni di statunitensi, letteralmente costretti alla fame, e Capone ordinò alle sue aziende "lecite" della ristorazione e dell'abbigliamento di distribuire gratis cibo e vestiti a chi ne avesse bisogno.  Ciò non evitò ovviamente che l'espansione del suo impero criminale proseguisse con violenza, addirittura con l'acquisizione armata di alcuni insediamenti come il suburbio di Forest View, subito popolarmente rinominato "Caponeville", nel quale gli uomini della sua gang giravano armati per le strade quasi fossero una forza di polizia.

(© 9Colonne - citare la fonte)