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Archeologia, sulla sponda del Nilo
un individuo vissuto 9000 anni fa

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Archeologia, sulla sponda del Nilo <br>un individuo vissuto 9000 anni fa

(1 febbraio 2017) Lungo la sponda sinistra del Nilo Bianco una scoperta tutta italiana.  Sono di un individuo anziano vissuto più di 9.000 anni fa, infatti, i tre calcoli della prostata, rinvenuti tra le ossa della pelvis, nel cimitero preistorico di Al Khiday, localizzato a 20 chilometri a sud di Omdurman: la più grande città del Sudan e dello Stato di Khartoum.  Le analisi sui tre calcoli, condotte da Lara Maritan, Gilberto Artioli e Gregorio dal Sasso del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, hanno appurato inequivocabilmente l’origine prostatica escludendo altre forme di calcolosi, come quella renale più comune tra le patologie riconosciute nelle popolazioni preistoriche.  La ricerca “Late Pleistocene/Early Holocene evidence of prostatic stones at Al Khiday cemetery, Central Sudan” è stata pubblicata in questi giorni sulla prestigiosa rivista “Plos One”.  L’individuo è stato rinvenuto nello scavo di un’area cimiteriale investigata per circa 1500 metri quadri dalla missione archeologica italiana diretta da Donatella Usai e Sandro Salvatori del Centro Studi Sudanesi e Sub-Sahariani di Treviso, supportata scientificamente dalle Università di Padova, Parma e Milano, e con il contributo del Ministero degli Affari Esteri. A oggi tale luogo ha restituito 200 sepolture pertinenti a quattro diversi gruppi cronologici: pre-Mesolitico, Mesolitico, Neolitico e Meroitico. (red)


SCHEDA / UN CIMITERO-LABORATORIO

La scoperta conferma come alcuni agenti patogeni siano molto antichi, alcuni databili anche a 65.000 anni fa, ribaltando in questo modo l’opinione prevalente che vuole l’origine di molte malattie che affliggono l’uomo collegata all’avvento dell’economia di produzione, ovvero al momento in cui più stretti si sono fatti i rapporti tra uomo e animale, spesso vettore di infezioni batteriche. Lo studio pubblicato sicuramente getta luce sull’antichità di questa patologia e conferma l’importanza del cimitero di Al Khiday per gli studi sull’evoluzione delle popolazioni che sono vissute nella valle del Nilo. Come dimostrato da altri lavori pubblicati dal gruppo di ricerca dell’Università di Padova, in collaborazione con gli archeologi che li hanno riportati alla luce, i resti scheletrici rinvenuti in questo cimitero costituiscono un vero e proprio laboratorio per lo studio dei processi nella formazione di un fossile che interessano contesti archeologici in regioni aride, influenzati da processi climatici e erosivi.

(© 9Colonne - citare la fonte)