Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Pennetta e Schiavone,
che match al Teatro sociale

Al Teatro Sociale è andato in scena il 13 ottobre un incontro speciale. La finale di questa seconda edizione del Festival dello Sport con due protagoniste d’eccezione: le leggende del tennis Francesca Schiavone e Flavia Pennetta, le più forti giocatrici di tennis che l’Italia abbia mai avuto. Compagne di squadra in nazionale, rivali sul campo, amiche nella vita. In verità il “match” si svolge tra il teatro, dove si presenta una Flavia Pennetta più raggiante che mai in dolce attesa e la casa di Francesca a Milano, dove la campionessa risponderà in collegamento ai dritti e ai rovesci dell’amica rivale. L’incontro è così, un continuo susseguirsi di ilari battute tra due donne straordinarie. Francesca con il rovescio tradizionale, Flavia con quello bimane. Francesca più grintosa, Flavia più solare. Si rivivono con dei video le grandi vittorie di entrambe come il Roland Garros nel 2010 per Francesca, e gli Us Open nel 2015 per Flavia.  Pennetta e Schiavone sono state una squadra fantastica, in un periodo in cui il tennis italiano maschile soffriva, mentre quello femminile si esprimeva al massimo regalandoci un sacco di soddisfazioni. Flavia parla di Francesca come un punto di riferimento, allora e anche oggi, un grande appoggio. Per tutta risposta Francesca dice a Flavia che quando le confidò di volersi ritirare dalle gare sentì mancare la terra sotto i piedi.  

 

RIVALITA’. Francesca che parla della rivalità con Flavia: “La rivalità fa molto bene, trovare amicizia nello sport è difficile e ad essere sincere, sul campo c’era spazio solo per la competizione. La vera amicizia che ci unisce la stiamo riscoprendo ora. Siamo molto diverse, ma stando con lei, il mio carattere chiuso e forte è diventato più malleabile”. Una lotta tra le due che dura dai primi successi di Francesca, ai quali, in scia, sono seguiti quelli di Flavia. Poi sono subentrate altre due grandi personalità, Roberta Vinci e Sara Errani con le quali andranno a vincere in Federation Cup. E qui parte una lode all’unisono verso il loro capitano Corrado Barazzutti: “Unire e far rimanere unite quattro prime donne non è stato facile. Il merito va a a lui!”. Arriva il momento per Francesca di ritirarsi dal collegamento e lo fa accompagnata da un grande applauso del Sociale, con un ricordo di quando mangiò la terra rossa del suo Roland Garros, con un messaggio per chi ci crede “ci vuole tanta fatica, dedizione e disciplina” e con una battuta sul suo famoso urlo in campo: “Veniva dal cuore, come ogni cosa che ho fatto”.

 

FLAVIA. La scena ora è tutta per Flavia che rivive la sua vittoria agli Us Open nel 2015: “Trovarsi contro Roberta (Vinci) in un palcoscenico del genere è stato un sogno; sicuramente io sono stata favorita dal fatto che lei era stanca ma anche appagata per aver sconfitto Serena (Williams), abbiamo giocato male entrambe un primo set, poi lei è calata mentalmente. E’ stata un’emozione incredibile che sento ancora più oggi quando la rivivo nelle immagini. In quel momento non capivo la grandezza di quello che era successo. E’ come l’adrenalina pre gara - spiega Flavia - oggi la sento di nuovo quando vedo giocare mio marito (Fabio Fognini), ad esempio in Coppa Devis, quando si canta l’Inno italiano”. Sul ritiro dal tennis: “Non ho mai pensato di tornare e questo significa che quando presi quella decisione ero davvero pronta e convinta. Non ho mai avuto dubbi o ripensamenti”. La campionessa parla anche del suo rapporto con il marito “è molto dolce sul campo, tende a chiudersi, quasi in un atteggiamento strafottente per tenere lontani gli altri, per non essere ferito”.  Fognini è entrato nei primi dieci del mondo, ma dice Flavia “per gli altri non sarà mai sufficiente dove sei arrivato. L’importante quindi è la tranquillità interiore di sapere di aver dato tutto”. La tennista si sofferma poi sul tennis mondiale maschile caratterizzato da un dominio ormai infinito di personaggi come Roger Federer e Rafael Nadal. “Entrambi hanno qualcosa in più, sono innamorati del tennis, per loro non è un lavoro, ma una passione incredibile e lo dimostrano quando vanno in campo. Si riprendono da certe sconfitte perché sono mentalmente superiori, hanno una dedizione per questo sport quando entrano in campo e trasmettono questo amore anche quando non giocano”. Ma quando rivedremo un’altra Pennetta e un’altra Schiavone? “Oggi il tennis femminile è in crisi - dice Flavia - ma è una questione ciclica, bisogna rimboccarsi del maniche e creare fin da piccole le giocatrici aiutandole a crescere e per fare questo c’è bisogno di tempo, di pazienza e di lavoro. Tra un po’ di anni, quando avrò una vita più stabile, mi piacerebbe dedicare del mio tempo proprio a favore di questo”. (Red – 13 ott)  

(© 9Colonne - citare la fonte)