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CINEMA, GIANFELICE IMPARATO: VI RACCONTO IL MIO EMIDIO CHE AMA FIDEL

Gianfelice IMPARATO è attualmente nelle sale, protagonista del film Querido Fidel, della regista Viviana Calò. Emidio Tagliavini è il figlio di un emigrato napoletano morto a Cuba lottando per la rivoluzione castrista. Ora lui, in sua memoria (siamo nei primi anni '90) ne perpetua il ricordo imponendo a moglie, figlia e nipote il culto rivoluzionario. Scrive inoltre ogni mese a Fidel Castro, ricevendone regolare e partecipe risposta. Il mondo però sta cambiando ed Emidio scorge ovunque i segni di un decadimento che renderà sempre più difficile la sua lotta in favore dei suoi nobili ideali. Il film è stato premiato al Bifest2021 sia per la regia che per il miglior attore. E' stato protagonista a Venezia con "Qui rido io" e "Il bambino nascosto". Artista poliedrico e raffinato, IMPARATO, attore in tv e al cinema ne "I bastardi di Pizzofalcone" e nel film "Gomorra" di Matteo Garrone, si racconta a 9Colonne.
Gianfelice, quando ha iniziato a capire che la recitazione era la sua strada?
"Ho studiato giurisprudenza e, quando ero giovane, ho svolto il praticantato in uno studio legale. Ma non ce l'avrei mai fatta a vivere quella vita lì. A Napoli feci poi un provino con la compagnia di Mico Galdieri. Mi presero. Con la recitazione fu amore a prima vista. E da lì non mi sono più fermato. Ho avuto l'onore, nella mia attività artistica, di collaborare, fra gli altri, con Marco Bellocchio, Ettore Scola, Mario Monicelli, Nanni Loy, Nanni Moretti, Luca De Filippo."

Come è diventato Emidio, il personaggio che interpreta in Querido Fidel?
"Non è stato poi così difficile, per me. Di lui mi piace la sua ostinazione nell'inseguire i suoi ideali. Un personaggio che mi ha subito affascinato. In fondo, anche perché è un po' simile a me. Anch'io, come Emidio, coltivo i miei sogni. Faccio il mestiere dell'attore perché non voglio smettere di sognare".
E' perfettamente riuscito nel non far scivolare il personaggio in una macchietta. O in una noiosa parodia.
"Il travestimento burlesco non fa per me. Quando devo interpretare lo stato emotivo e sentimentale di un personaggio, cerco quel personaggio dentro di me. Mi metto in gioco, cerco di scoprire quella quota in me, della mia personalità, che c'è anche nel personaggio che devo interpretare. A volte mi capita di dover portare in scena uomini poco cinici, spietati, magari vili e cattivi. E anche lì, devo andare a ricercare quegli aspetti dentro me stesso, per poterli portare sulla scena nel migliore dei modi"
Quale trucco ha usato, per riuscirci?
"Trucchi no. Io parlerei di punti di partenza dai quali prendere spunto, piuttosto: quando, in una commedia, si deve interpretare un personaggio, occorre essere sempre molto seri e rigorosi. Altrimenti la comicità non scatta. In questo, Woody Allen può insegnarci molte cose".

 Il personaggio che interpreta in Querido Fidel è un assiduo scrittore di lettere e ha, con la posta, un rapporto molto stretto
"L'Emidio che ho portato al cinema scrive le sue quotidiane lettere a Fidel Castro. Fin quando il grande leader non gli risponde. Trovo che l'emozione che si prova, anche nella realtà, nell'attesa di ricevere una lettera, sia un qualcosa di unico".
Cosa succederebbe se un uomo oggi, nel 2021, decidesse di vivere il proprio quotidiano, seguendo esclusivamente i propri ideali, così come il protagonista di Querido Fidel da lei intrepretato?
"Certo, si, sarebbe possibile. Ma vivrebbe da emarginato, in un mondo tutto suo. E magari mai compreso dagli altri"
Su Rai1 sono recentemente andate in onda le puntate della terza stagione de "I bastardi di Pizzofalcone: un altro grande successo.
"Non c'è dubbio. Spesso mi riconoscono per strada di più per il personaggio che interpreto nella serie, che per altri ruoli che ho fatto al cinema o in teatro. Ma non me ne faccio di certo un cruccio". (bra)

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