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Manovra, Onori (M5s): inascoltati su impatriati e case all’estero, successo su contrattisti Maeci

Roma, 29 dic - Nulla da fare sui cosiddetti impatriati, né sulla tassazione degli immobili all'estero di chi risiede in Italia; punto centrato, invece, sui contrattisti Maeci. Federica Onori, deputata del Movimento 5 Stelle eletta all’estero, fa il punto sulle proposte emendative alla legge di bilancio presentate da lei e dal suo gruppo a favore degli italiani all’estero, a partire dall’emendamento, bocciato ieri alla Camera, “che riguardava gli incentivi fiscali al rientro dei nostri connazionali che vivono e lavorano all'estero, che desiderano tornare, e che si pensa possano essere una risorsa”. Ebbene, spiega Onori, “succede che il governo, aggiungo legittimamente, vuole ridisegnare un po’ il perimetro di questa agevolazione, passando da un regime fiscale a uno più ristretto”. In particolare, l’agevolazione scende dal 70 al 50%, ma soprattutto si applicano vincoli temporali di residenza e di specializzazione più rigidi. Il problema però “è che il passaggio avviene dall'oggi al domani: solo due mesi fa migliaia persone hanno saputo che sarebbero rimaste fuori da queste agevolazioni, persone che se non hanno fatto la corsa a prendere la residenza anagrafica entro il 31 dicembre potrebbero rimanere fuori”. L’emendamento di Federica Onori chiedeva, per porre rimedio all’impossibilità di una programmazione, di instaurare un regime transitorio congruo “di modo da rispettare quelli che sono i tempi tecnici di un rientro in patria: se una famiglia deve iscrivere i figli all'asilo, comprare una casa, o vendere quella che ha invece all'estero, sono passaggi che richiedono del tempo e non possono essere fatti dall'oggi al domani. E’ una forma di schizofrenia, da una parte vogliamo il rientro di questi italiani, dall'altra parte, però, facciamo di di tutto perché in realtà vengano scoraggiati a farlo”.
Respinto anche l’ordine del giorno che riguarda la tassa sugli immobili all'estero di chi risiede in Italia. “Anche qui parliamo di persone che magari vogliono rientrare in Italia e quindi prendere di nuovo la residenza, ma hanno degli immobili all'estero: in legge di bilancio è aumentata la tassa che devono pagare allo Stato italiano”. Una penalizzazione per tutti, ma c’è perfino un caso limite: “Prendiamo il Regno Unito: mezzo milione di cittadini già si sono visti aumentare automaticamente questa tassa a causa della Brexit, ora il governo propone un ulteriore aumento. Anche questo scoraggia il rientro di chi deve lasciare una casa fuori”. L’Unica nota positiva, allora, rimane il successo ottenuto per i contrattisti Maeci: “Una battaglia che faccio, e che facciamo con M5S sin dall’inizio: chi si occupa di italiani all’estero sentirà parlare tutti i giorni di disservizi consolari. Il problema è che le nostre sedi consolari non hanno sufficiente personale: uno dei motivi è che gli stipendi sono troppo bassi. Ini anno si cerca di di stabilire un riadeguamento di questi salari al costo della vita: l'avevamo fatto a giugno con il decreto legge sulla Pubblica amministrazione, siamo riusciti a farlo questa volta, al Senato, con la legge di bilancio”. Ma anche in questo caso, avvisa Onori, “è una situazione assolutamente precaria e quindi sarà necessario agire in maniera più strutturale”.
(PO / Sis)

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