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Disabilita’ e giustizia, un fondo per spese giudiziarie: la proposta Malavasi-Simiani

Roma, 24 gen - Una proposta per evitare altri ‘casi Improta’, la vicenda giudiziaria di Elena Improta e di suo figlio nato con disabilità a seguito del parto e costretta a pagare spese giudiziarie pari ad oltre 300mila euro in seguito all’esito sfavorevole del processo. E’ il senso del provvedimento dal titolo “Istituzione di un Fondo di garanzia a beneficio delle parti soccombenti in giudizi relativi a danni subiti dal neonato a seguito del parto e impossibilitate al pagamento” presentato oggi a Montecitorio dai deputati Pd promotori della proposta Ilenia Malavasi e Marco Simiani, deputati del Pd e l astessa Elena Improta. La proposta prevede che il fondo abbia a disposizioni 5 milioni annui per casi analoghi. “Siamo partiti da un caso abbastanza eclatante, tanto per la durata - sono quasi trent'anni di una causa che che ha comportato anche dei costi giudiziari ovviamente molto alti dall'altro – quanto perché una persona che ritiene di aver subito un torto o aver visto leso un proprio diritto, non deve essere condizionato dall’idea di potersi difendere, o anche di fare una causa se la ritiene legittima e in base ovviamente al proprio patrimonio, le proprie possibilità economiche” spiega Ilenia Malavasi, perché “sarebbe un modo per penalizzare la democrazia del nostro paese”. Da qui l’idea di un fondo che “ha l'obiettivo non di di far aumentare i conflitti, ma di dare la garanzia a tutte le persone, indipendentemente dal loro reddito, di poter far causa e quindi chiedere la ricostruzione della verità e dei fatti, se ritiene di aver subito un danno”. Questo vale in particolare per i casi in cui di mezzo ci sono persone come Mario, il figlio di Elena Improta, disabile dalla nascita: per Malavasi “stiamo parlando del rischio che il patrimonio, e la garanzia di un contesto residenziale protetto” come quello costruito dalla stessa Elena Improta con un progetto di cohousing, “possa essere pignorato: Io penso che sia un grave danno, non solamente per il figlio di Elena, ma per tutti i figli delle persone che sono in quella struttura che rischierebbero di vedersi privati un progetto di vita”. In definitiva, chiude Malavasi, “noi dobbiamo garantire la possibilità di difesa ma anche la possibilità di avere progetti di vita che garantiscano qualità della vita per tutti i cittadini”. Per Marco Simiani “chi ritiene di aver subito un danno grave durante il parto non può aver paura di difendersi perché potrebbe essere costretto a pagare ingenti spese processuali (come accaduto ad Elena Improta) e le conseguenze non possono ricadere sul caregiver che si occupa non solo di suo figlio ma di tante famiglie in difficoltà. Ci appelliamo alla sensibilità di tutte le forze politiche affinché possano sostenere questa proposta".

(PO / Sis)

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