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Mo, la visione delle scrittrici palestinesi: anche Cisgiordania prigione a cielo aperto

Roma, 25 gen - Due romanzi per parlare della realtà, e dell’attualità della vita in Palestina. Alae Al Said, autrice di Sabun, e Hanin A. Soufan, autrice di Le anime invincibili di Gaza, hanno portato i loro lavori alla Camera dei deputati, per fare luce sulla tragica quotidianità che si viveva in Palestina anche prima del 7 ottobre 2023. Parlando si Sabun, Alae Al Said racconta: “Ho scritto quasi 5 anni fa questo libro, che purtroppo è ancora attuale. Purtroppo la realtà palestinese non cambia, anzi peggiora solamente, e la quotidianità in Palestina può apparire normale a prima vista, perché le città palestinesi sono piene di vita, c'è traffico, ci sono mamme che portano i bambini a scuola, ci sono i mercati.... però ciò che manca in Palestina, in particolare, è la mancanza di sicurezza: in qualunque momento puoi essere imprigionato, torturato, umiliato e non c'è nessuno che ti protegge. Se chiami i soldati appoggiano i coloni, se chiami la polizia palestinese questa comunque fa parte ormai del regime di apartheid, quindi la sicurezza in Palestina manca ed è la cosa più importante per ogni cittadino”. Gaza certamente, in questi mesi sotto i riflettori ma soprattutto sotto le bombe, ma anche la Cisgiordania vive momenti molto difficili: “Il contesto di Gaza ovviamente è un inferno, perché lì parliamo di assedio e quindi tutto ti viene dato con il contagocce, che sia elettricità, che sia acqua potabile – spiega Hanin A. Soufan -  Ma in Cisgiordania c'è un vero e proprio apartheid: colonie, coloni armati che possono fare quello che vogliono, si sentono dèi sulla terra. I palestinesi in Cisgiordania invece si sentono in una guerra senza che ci siano dei bombardamenti e questo è terribile. Quello che mi dicono i miei parenti è: ‘noi ci sentiamo in guerra’, anche se non lo sono. Non possono andare a lavorare, non possono andare a scuola, però non c'è la guerra e si trovano anche loro, come diceva anche Ilan Pappè, nella più grande prigione a cielo aperto, ancora più di quella di Gaza. L’intera Palestina è una prigione, e i palestinesi sono lì incastrati come dei topi in dei piccoli pezzettini di terra senza alcun diritto”.

 

(PO/ Sis)

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