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RAI, PIOVANI: CENSURA
ASFISSIANTE E VOLGARE

RAI, PIOVANI: CENSURA <BR> ASFISSIANTE E VOLGARE

“Una legge elettorale scellerata ha consegnato le chiavi del Paese a un gruppo politico che intende usarle senza sconti. Era prevedibile. E sì che lo schieramento vincente aritmeticamente ha raccolto meno voti dello schieramento avversario. Gli elettori progressisti amano sparpagliarsi, gli elettori di destra amano coalizzarsi”. Lo afferma il compositore Nicola Piovani in una intervista a La Stampa in cui ricorda che, agli inizi degli anni '70, “a ventun'anni dovevo mantenermi. Tra i tanti lavori che ho fatto, sono stato impiegato a RadioRai in via Asiago. Ci davano i dischi da mettere. E c'erano i dischi censurati”, “c'erano i 33 giri, i long playing, e se per caso dentro c’era una canzone censurata l'azienda ci dava dei coltellini da architetto per segnare la traccia in modo che la puntina la saltasse. Erano censurate le canzoni di Mina, di Modugno. Resta cu' mme era una canzone censurata perché diceva ‘che m' ‘mporta d'o passato 'che m''mporta 'e chi t'ha avuto’. E Modugno ne fece una versione edulcorata”. E ancora: “Nell'Ottocento in Italia impedirono di rappresentare il Rigoletto con la gobba. A Roma vietarono l'aria ‘Vendetta tremenda vendetta’ perché poteva alludere all'insurrezione popolare. E il censore era Giuseppe Gioacchino Belli, che a sua volta doveva far fare lunghi giri alle sue opere per evitare la censura”. Da allora “molti progressi si sono fatti. Ma il fatto che in una televisione pubblica non si possano dire liberi pensieri, che si debba usare il bilancino, è asfissiante. Questi ultimi episodi sono particolarmente scoperti, volgari, ma il peccato originale è quello: una legge elettorale che ha portato a un Parlamento in cui chi ha vinto può fare ciò che vuole. Non ci resta che cambiare il prossimo Parlamento”. Sul caso Scurati infine dice: “Da sempre la destra attacca sui soldi. Fazio, Benigni, Saviano, sono stati additati al pubblico ludibrio per i cachet: è un argomento demagogico per colpire le idee. È un raccontino che usano perché sanno che funziona. Semplicemente, non bisogna ascoltare”. (24 apr - red)

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