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direttore Paolo Pagliaro

FARA: ITALIA AL BIVIO
ORA SERVE CORAGGIO

FARA: ITALIA AL BIVIO <BR> ORA SERVE CORAGGIO

“I tempi straordinari ai quali facciamo riferimento da alcuni anni nelle nostre analisi, stanno determinando una situazione nella quale l’incertezza e l’instabilità sono diventate una norma, in grado di condizionare ogni nostra possibilità di ulteriore sviluppo. Abbiamo compreso che il mondo è interconnesso e siamo informati di ogni accadimento negativo in tempo reale: il punto di novità risiede, a nostro avviso, nello iato crescente fra la mole della nostra consapevolezza informata su ciò che accade nel mondo e la nostra capacità di ridurre tutte queste informazioni a dimensioni cognitivamente gestibili”. Il presidente di Eurispes, Gian Maria Fara, introduce così il Rapporto Italia 2024, presentato questa mattina a Roma.  “«L’Italia – ha prosegutio Fara - è al bivio in riferimento alle scelte culturali, politiche ed economiche da compiere. Serve coraggio. Non ci stancheremo mai di ripetere che la prima risposta possibile sta nel “coraggio di avere coraggio”.   Fara si è chiesto se sia  preferibile orientarsi verso una politica che tenta di porre un argine alle emergenze con interventi anche adatti, ma non risolutivi, oppure una riforma profonda, faticosa anche complessa, che ristrutturi in modo lungimirante e funzionale un intero sistema. “Nella risposta che diamo - ha concluso  - c’è anche la nostra idea di futuro”.

Dopo aver ricordato che  l’Italia ha già vissuto in passato una situazione di rigenerazione sistemica quando dopo il periodo della ricostruzione, seguito alla fine della Seconda guerra mondiale, visse il cosiddetto “miracolo economico” che cambiò radicalmente la struttura del Paese, il presidente di Eurispes ha indicato tre possibili vie d’uscita. “La prima, ritornare alla centralità dell’uomo. Oggi, si parla in filosofia di nuovo umanesimo di fronte alla potenza delle tecnologie e alle accresciute incertezze del futuro che ci attende. Di fronte alla complessità odierna, vogliamo dare, attraverso le parole del sociologo Edgar Morin, un’indicazione chiara, al pari di un imperativo categorico: «Per l’uomo è tempo di ritrovare se stesso». Si tratta dell’agire umano che si fa condiviso, riscopre l’etica, la solidarietà, la responsabilità, la corresponsabilità planetaria nella salvaguardia dell’ambiente, delle risorse disponibili, dei popoli. La seconda via è quella che porta a  ripensare i sistemi avanzati secondo criteri di redistribuzione della ricchezza. Per la creazione di un sistema più equo delle risorse e del benessere all’interno delle nazioni, dove chi ha già molto, senza perdere quel molto, può reimmettere nel circuito condiviso, nelle economie, parte della propria ricchezza senza intaccare in modo considerevole il livello di prosperità raggiunto. Una tassa del 2% sui super-ricchi ridurrebbe le disuguaglianze e raccoglierebbe risorse fondamentali per la crescita delle nazioni. Terzo, ma non trascurabile fattore: collocare l’educazione, insieme all’educazione ai media e alle nuove tecnologie, come elemento portante delle economie in termini di capacità di produzione di ricchezza. In ultimo, un appello, forse ambizioso – o che alcuni giudicheranno utopico – ma possibile, alla  comunità di studiosi, scienziati, filosofi, economisti, teologi, storici, tecnologi, insomma al nostro sistema dei saperi, insieme alla politica e ai cittadini, di contribuire ad una riflessione collettiva e condivisa, trasversale e multidisciplinare, per immaginare e stilare un nuovo “Patto per il Futuro” che veda protagonista della trasformazione la società nella sua interezza” (24 MAG - pap)

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