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SALIS, IL GIUDICE
RIVELA IL DOMICILIO

SALIS, IL GIUDICE <br > RIVELA IL DOMICILIO

Roma, 24 mag – Si è svolta questa mattina a Budapest la terza udienza del processo a carico di Ilaria Salis, che stavolta è arrivata in Tribunale in taxi con i suoi genitori e, per la prima volta, non è stata portata in aula in catene e manette. Da ieri, infatti, e a fronte del pagamento di una cauzione di 40.000 euro, Salis si trova agli arresti domiciliari, dopo che lo scorso 15 maggio una commissione di secondo grado del tribunale di Budapest ha accolto il ricorso presentato dai suoi legali. "C'è un enorme tutela per la persona aggredita, che è ungherese, e poi viene rivelato il domicilio di Ilaria. È un sistema inaccettabile, non mi pare sia un processo giusto", ha detto Roberto Salis in una pausa del processo protestando contro la rivelazione da parte del giudice Josef Szos di un’informazione che dovrebbe invece essere segreta. "È stata anche respinta la richiesta di aggiornare il processo a quando avremo tutti gli atti in italiano e faremo le opportune proteste anche su questo", ha aggiunto Roberto Salis invitando il governo a “prendere subito posizione” per “fare in modo che Ilaria venga trasferita immediatamente in Italia o che vada ora in ambasciata”. "Non è possibile che un governo interferisca con la magistratura", ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, aggiungendo che "è stata seguita la procedura prevista dagli accordi internazionali. La concessione dei domiciliari in Italia può essere fatta dopo la concessione nel paese di detenzione. Chiedere e ottenere i domiciliari in Ungheria è la 'condicio sine qua non' per ottenerli in Italia”. La prossima tappa del processo di Ilaria Salis, che dallo scorso aprile è candidata al Parlamento europeo con la lista di Alleanza Verdi e Sinistra, sarà il 6 settembre, quando si terrà una nuova udienza. Intanto, le due teste ascoltate oggi in aula non sono state in grado di riconoscere nessuno dei partecipanti all'aggressione avvenuta il 10 febbraio del 2023 ai danni di alcuni militanti neonazisti nella quale, secondo l’accusa, sarebbe coinvolta anche la 39enne di Monza. (mol)

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