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BLINKEN: DA HAMAS
PROPOSTE IMPRATICABILI

BLINKEN: DA HAMAS <BR> PROPOSTE IMPRATICABILI

Secondo il segretario di Stato americano Antony Blinken, Hamas avrebbe proposto “numerosi cambiamenti” alla proposta sul tavolo per il cessate il fuoco a Gaza. A detta di Blinken, alcune osservazioni dell’organizzazione palestinese sarebbero accettabili, mentre altre no. Intervenendo in una conferenza stampa a Doha, il rappresentante dell’amministrazione americana ha spiegato che alcune delle controproposte di Hamas vanno oltre ciò che i mediatori avevano precedentemente accettato. “Hamas avrebbe potuto rispondere con una sola parola: sì. Invece – ha detto Blinken – Hamas ha aspettato quasi due settimane e ha richiesto numerosi cambiamenti. Il momento della decisione è adesso. Più si va avanti così, più le persone soffriranno. E quando ci sono voluti 12 giorni solo per avere una risposta alla proposta avanzata dal presidente Biden, in quei dodici giorni si sono verificate altre sofferenze. Più a lungo si trascina questo stato di cose questo, maggiore sarà la sofferenza”. Il segretario di Stato non è però entrato nel dettaglio sulle richieste di “modifica” avanzate dall’organizzazione palestinese.

Il segretario di Stato americano ha comunque ribadito di credere nella fattibilità di un accordo di tregua anche se ancora “non c’è alcuna garanzia” che esso possa venire raggiunto. Blinken è tornato inoltre ad ammonire Israele in merito alla condotta delle operazioni militari nella Striscia: “Noi guardiamo, e continuiamo a guardare con molta attenzione, al diritto internazionale umanitario. Alle leggi sui conflitti armati, sui diritti umani. E abbiamo una serie di nostri processi all’interno dell’amministrazione americana, incluso all’interno del mio stesso dipartimento, per valutare se Israele o qualsiasi altro combattente in qualsiasi altro conflitto stia aderendo a questi principi”. Le parole di Blinken sono state pronunciate a poche ore di distanza dalla diffusione di un rapporto delle Nazioni Unite nel quale viene sottolineato che sia Hamas che Israele hanno commesso crimini di guerra a partire dal 7 ottobre.

Il rapporto è stato stilato dalla Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite (COI) e copre il periodo dal 7 ottobre al 31 dicembre 2023. Gli “inquirenti” dell’Onu accusano dunque Hamas di “aver diretto intenzionalmente attacchi contro i civili” e di aver commesso “omicidi o uccisioni intenzionali” nonché di aver fatti ricorso in più riprese alla tortura. Sul capo di Hamas pendono inoltre le accuse di aver commesso reati inerenti alla violenza sessuale e alla “profanazione di cadaveri mediante roghi, mutilazioni e decapitazioni”. Indice, come detto, puntato anche contro Israele, accusato di una serie di crimini di guerra tra cui l’uso della fame “come metodo di guerra; omicidio o omicidio volontario”. Tsahal è accusato inoltre di aver condotto “intenzionalmente attacchi contro civili e beni civili”. Anche lo Stato ebraico è accusato di aver commesso reati di “violenza sessuale e di oltraggio alla dignità personale”. Inoltre, secondo il rapporto “Israele ha inflitto punizioni collettive alla popolazione palestinese di Gaza”. (12 GIU - deg)

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