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direttore Paolo Pagliaro

La Treccani compie 90 anni, l’omaggio a Milano

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

La Treccani compie 90 anni, l’omaggio a Milano

LA TRECCANI COMPIE 90 ANNI, L’OMAGGIO A MILANO

In occasione del 90.mo anniversario della Enciclopedia Italiana Treccani, fino al 30 agosto, a Milano, Palazzo Morando ospita la mostra "Treccani 1925-2015. La cultura degli italiani". "La Treccani" non è solo un marchio, ma un pensiero. Un pensiero nel quale il visitatore di questa mostra ha la possibilità di ‘passeggiare’. Passeggiare dentro ‘la Treccani’ come luogo che fa le opere e come contenuto delle stesse. Ché la relazione fra questi poli – fabbrica e prodotto, contenitore e contenuto, ragione e discorso – è il fondamento di quella autorevolezza iniziata nel 1925 – grazie alla generosità di Giovanni Treccani, che investì il suo patrimonio per creare l’Enciclopedia Italiana, e all’impegno di Giovanni Gentile, che ne assicurò l’impianto scientifico – e che ha attraversato i decenni, sospinta dall’intelligenza degli studiosi e dalla curiosità dei lettori.  (red)

 

MILANO, LA FORESTA SONORA DI AVITAL

Fino al 29 agosto la Cattedrale della Fabbrica del Vapore di Milano ospita un evento artistico unico nel suo genere: Alma Mater, la nuova imponente creazione multimediale di Yuval Avital, in dialogo con un'inedita versione de Il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto. Un’opera di forte impatto sensoriale, quadro allegorico di 1200 metri quadri a metà tra installazione e performance, che mette in dialogo tra loro e crea uno straordinario connubio di eccellenze creative: dall’universo icono-sonoro di Avital al simbolo artistico di Pistoletto; dal gesto aggraziato di leggendarie étoile del Teatro alla Scala come Liliana Cosi e Oriella Dorella a quello sapiente di donne che tessono il merletto di Cantù; dalle installazioni site-specific di luci create da Enzo Catellani a quelle sonore realizzate da Architettura Sonora. Forti identità ben riconoscibili che pur si armonizzano in un visionario unicum artistico ispirato all’archetipo della madre nutrice, per offrire ai visitatori un inten- so viaggio poetico e di scoperta. Yuval Avital, artista compositore apprezzato a livello internazionale per le sue opere sonore di massa, in Alma Mater realizza un’elaborata e potente partitura sonora e dà vita a una stupefacente foresta di 140 altoparlanti in pietra e terracotta da cui si diffondono voci di nonne di tutto il mondo intrecciate a suoni della natura: favole, nenie, canti tradizionali, sussurri e preghiere si intessono a vibrazioni sismiche, boati di vulcani, suoni di abissi, gorgoglii di gocce d’acqua.(red)

 

BOLOGNA: LA CINA DI LI SONGSONG 

 

Li Songsong, considerato tra i maggiori artisti della nuova scena cinese, arriva al MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna per la sua prima personale italiana. Intitolata Historical Materialism e allestita fino al 30 agosto, comprende 27 lavori prevalentemente di grandi dimensioni, prodotti a partire dal 2004 e allestiti negli imponenti spazi della Sala delle Ciminiere. Per le sue composizioni pittoriche Li Songsong parte da fotografie e riproduzioni tratte da fonti accessibili a tutti quali giornali, riviste, archivi, libri, web, che immortalano momenti importanti così come piccoli eventi della storia contemporanea (prevalentemente cinese), per lo più rimossi nella moderna condizione del suo paese. L'artista pone l'accento non tanto sull'episodio storico, già conosciuto da tutti, quanto sulle modalità con le quali si sceglie di raccontarlo e su come queste dipendano, a loro volta, dall'attitudine di chi racconta, che si evolve sulla scia dei continui mutamenti sociali. Li Songsong interviene sulle immagini attraverso diverse tecniche pittoriche, conservandone solo gli elementi essenziali tramite una scomposizione e ricomposizione in porzioni quadrate e rettangolari, investite da grandi quantità di colore, come in una sorta di ideale mosaico nel quale figurazione e astrazione trovano sapiente equilibrio. L'artista lavora sulle singole parti del quadro, che vengono ultimate una per volta, per poi andare a comporre l'immagine. La densità del pigmento utilizzato e la sua stratificazione fanno sì che i dipinti assumano una qualità quasi scultorea: la matericità del colore è tale che paiono suggerire un processo mai terminato di asciugatura. (red)

 

VENEZIA: L’ARTE DELLA REPUBBLICA DI WEIMAR

Con “Nuova Oggettività. Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar, 1919-1933” s’inaugura per la prima volta in Italia e negli Stati Uniti una mostra di grande respiro dedicata ai temi più rappresentativi delle tendenze artistiche dominanti della Repubblica di Weimar. Organizzata dal Los Angeles County Museum of Art, in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia, la mostra – fino al 30 agosto al Museo Correr - è composta da circa centoquaranta opere tra dipinti, fotografie, disegni e incisioni di oltre quaranta artisti, molte delle quali poco conosciute. Accanto a figure di primo piano come Otto Dix, George Grosz, Christian Schad, August Sander e Max Beckmann, i cui percorsi eterogenei sono essenziali per comprendere la modernità dell’arte tedesca, l’esposizione consente di scoprire nomi meno noti al grande pubblico, tra cui Hans Finsler, Georg Schrimpf, Heinrich Maria Davringhausen, Carl Grossberg e Aenne Biermann. L’allestimento riserva una particolare attenzione al confronto tra pittura e fotografia, offrendo la rara opportunità di esaminare le analogie e le differenze tra i diversi ambiti espressivi del movimento. (red)

TORINO: GLI “ALGORITMI” DI IAN CHENG

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino presenta, fino al 30 agosto, Emissary in the Squat of Gods, di Ian Cheng, 31enne artista americano e già collaboratore della Industrial Light & Magic, tra le più note aziende americane di produzione di effetti speciali digitali, fondata da George Lucas. La tecnologia nel lavoro di Cheng è protagonista, intesa come risultato della naturale evoluzione della natura umana, e che ha la potenza oggi di modificare i nostri corpi così come le nostre capacità percettive. Nella sua produzione ricorrono tematiche quali l’evoluzione dell’intelligenza emotiva, la complessità della mente umana, la percezione degli ambienti circostanti e la conseguente risposta agli stimoli esterni. Gli strumenti di cui si avvale sono appunto le ultime intelligenze artificiali, sperimentazioni tecnologiche quali gli Oculus Rift – schermi da indossare come occhiali – software che assumono vita propria e video installazioni. I suoi lavori sono spesso video privi di inizio e fine, concepiti come realtà viventi che scorrono in tempo reale e non registrato. Essi sono popolati da uomini, piante, oggetti viventi e non, definiti con specifici comportamenti all’interno di ecosistemi più vasti, anch’essi rispondenti alle loro regole. Questi ecosistemi appaiono neutri e indefiniti, privi di riferimenti geografici, campi magnetici dotati di energie che muovono i personaggi verso multiple direzioni. Nel corso dei video, l’animazione inizia a scivolare fuori dal controllo del suo creatore, ad assumere forme imprevedibili, e ad acquisire una vita propria. I vari protagonisti, infatti, rispondendo a stimoli, ostacoli e situazioni sempre mutevoli, interagiscono e si condizionano vicendevolmente senza margine di prevedibilità. L’artista li definisce come algoritmi evolutivi, combinazioni che assumono forme sempre differenti, software che generano realtà parallele definibili non tanto come “meccanismi” artificiali bensì “organismi” in continua e imprevedibile evoluzione. (red)

 

 

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