Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Gino Rivieccio: La mia Napoli si sta svegliando

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

Gino Rivieccio: La mia Napoli si sta svegliando

GINO RIVIECCIO: RACCONTO LA MIA NAPOLI CHE SI STA SVEGLIANDO

 “E’ una fotografia del rapporto che ho con la mia terra e la mia gente. Porto in scena il legame con la mia città. Uno spettacolo di prosa e poesia che alterna monologhi a riflessioni, personaggi a momenti musicali”. A parlare è Gino Rivieccio, autore e attore napoletano con alle spalle anni di successi: a teatro come in tv. Rivieccio debutta questa sera (5 febbraio), al Teatro Sannazaro di Napoli (dove resterà fino al 14) con lo spettacolo “Io e Napoli”, in cui ripercorre la sua storia umana ed artistica attraverso quel legame viscerale e particolare che ha con la sua amata città. “Cerco di rappresentare un’altra Napoli - racconta l’attore partenopeo - una Napoli che racconto a ‘modo mio’ e che è fatta di emozioni, gusto, storia, tradizione. Una Napoli nobile che è giusto far conoscere e che spesso viene dimenticata. Credo - aggiunge l’attore - sia necessario raccontare la storia di Napoli, le sue origini. Non esiste al mondo una città più bella. Peccato solo - aggiunge Rivieccio - che troppo spessa ma non si ‘applica’. Napoli potrebbe fare di più e mettere da parte la famosa pazienza che da virtù può trasformarsi in difetto. Credo sia arrivato il momento di ‘vutta’ è man’ come diciamo a Napoli. Cioè di darsi da fare. Devo ammettere, tuttavia, che qualcosa in città è già cambiato: vedo nuove forze ed energie. La mia città sta reagendo, sta cambiando. C’è nuova linfa, c’è voglia di darsi da fare anche da parte dei giovani. Forse finalmente abbiamo capito che dobbiamo contare sulle nostre forze, non aspettare che siano gli altri a darci una mano. Dobbiamo fare da soli, rimboccarci le maniche e risolvere i problemi”. Con la regia di Giancarlo Drillo, il recital “Io e Napoli” è stato scritto dallo stesso protagonista e da Gustavo Verde e celebra il capoluogo partenopeo tra ironia e riflessione, non limitando allo stesso tempo i toni di denuncia: “Tra ironia, risate e leggerezza cerco di lasciare qualcosa. Invito a riflettere sulle bellezze e i difetti di questa città. E’ sbagliato dare una sola immagine di Napoli che spesso è quella più negativa ”.  

“Io e Napoli” è un piacevole viaggio tra monologhi, personaggi, tradizioni, aneddoti e canzoni magistralmente interpretate da una delle più belle voci del panorama musicale napoletano, Fiorenza Calogero, diretta al piano dal maestro Antonello Cascone. A impreziosire la scena, per tutta la durata dello spettacolo, una scultura del Maestro Lello Esposito. Alla fine della serata, l’intento di Rivieccio apparirà chiaro: provare a cambiare, con il suo messaggio, una realtà che offusca lo splendore di una delle città e delle regioni più belle del mondo. “Sospetto che, a scuola, il giudizio sulla città di un’ipotetica insegnante sarebbe: ‘E’ intelligente ma svogliata, potrebbe fare di più!” spiega Rivieccio. “Ma i napoletani che vedranno lo spettacolo - conclude l’attore - saranno alla fine più orgogliosi di esserlo mentre chi non è napoletano può innamorarsi di questa città. E chi la ama già la amerà ancora di più. Ci sono momenti musicali molto belli”. Dopo il debutto a Napoli Rivieccio farà tappa il 19 febbraio al teatro della provvidenza di Vallo della Lucania (Salerno); dal 3 al 20 marzo al teatro dell’Angelo di Roma; il 6 aprile al teatro Politeama di Torre Annunziata (Napoli); il 7 aprile al teatro modernissimo di Telese (Benevento); l’8 aprile al teatro delle rose di Piano di Sorrento (Napoli) e, ancora, il 9 e il 10 aprile al teatro nuovo di Salerno per  ritornare poi, nella sua Napoli: dal 4 al 15 maggio al teatro Diana. (Gil)

 

 

ISA DANIELI E LELLO ARENA, “SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE”

Isa Danieli e Lello Arena sono i protagonisti, nei ruoli di Titania e di Oberon, dello spettacolo “Sogno di una notte di mezza estate” nella riscrittura di Ruggero Cappuccio liberamente ispirata all’opera di William Shakespeare e la regia di Claudio Di Palma, in scena da mercoledì 10 a domenica 21 febbraio al Teatro San Ferdinando di Piazza Eduardo De Filippo, 20. Dopo il felice debutto lo scorso luglio al Festival Teatrale di Borgio Verezzi, il capolavoro shakespiriano vede per la prima volta insieme i due grandi interpreti Isa Danieli e Lello Arena.  “Tra fedeltà ed irriverenza – annota il regista Claudio Di Palma – la riscrittura di Ruggero Cappuccio riorchestra il Sogno per cercare ulteriori rifrangenze all’incanto musicale della lingua del bardo. La regia e la scena ne assecondano la lettura trasformandosi, per amplificare il suono, in una sorta di grande, onirico e vagamente circense carillon”. Nel perimetro simbolico della sala di un antico palazzo napoletano, Titania e Oberon attivano una drammaturgia di capricci e smanie riducendo le sorti degli uomini a fragili trame da vecchio teatro dei burattini. I due, come schegge di dèi precipitati in terra, continuamente sospesi fra sonno e veglia, inscenano armonie, assecondano discordie, conducono con estro malaccorto una regia dei sentimenti umani. Le loro parole/note contrappuntano la polifonia dei surreali ospiti del palazzo (pupazzi, elfi, musicisti, attori), dettano sintonie tra lirismo e antiche tradizioni narrative, reinventano fascinazioni favolistiche, si fanno poetiche o scurrili a richiamare le alternanze emotive del mondo ispirativo shakespeariano. Completano il cast dello spettacolo Fabrizio Vona, Renato De Simone, Enzo Mirone, Rossella Pugliese, Antonella Romano. Le scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Annamaria Morelli, le musiche di Massimiliano Sacchi. Una produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro in collaborazione con Officine Culturali della Regione Lazio Bon Voyage, Festival Teatrale di Borgio Verezzi e Civit’Arte 2015.  (Gil)

 “OGNI VOLTA CHE GUARDI IL MARE”, OMAGGIO A LEA GAROFALO

Sarà in scena al Teatro Lo Spazio di Roma (via Locri, 42/44)  dal 9 al 21 febbraio “Ogni volta che guardi il mare”, scritto dalla giornalista Mirella Taranto, adattato e diretto da Paolo Triestino e interpretato da una intensa Federica Carruba Toscano. Il monologo è dedicato a Lea Garofalo, uccisa dalla ‘ndrangheta per mano del suo compagno nel 2009, all’età di 35 anni, per essersi opposta al sistema delle cosche e delle sue assurde regole di vendette e criminalità in cui erano invece avviluppati la famiglia di origine e il compagno. E un omaggio alla sua testimonianza e a quella di sua figlia Denise. Grazie a quest’ultima per l’omicidio della madre in Corte d’Assise sono stati dati 25 anni di reclusione e cinque ergastoli. Uno di questi è stato dato a suo padre.  Lo spettacolo ha riscosso grande successo alla Festa del Teatro 2015 di San Miniato. “Ogni volta che guardi il mare - scrive Mirella Taranto - è la storia vera di una donna che diventa madre, scopre le corde più profonde della sua anima e mette in discussione tutta la sua vita.  Per non portare sua figlia a visitare suo padre in carcere, per non esibirla come un trofeo nei parlatori del penitenziario, perché sua figlia non li vivesse come ‘normali’ e non crescesse pensando all’illegalità come a una condizione di vita, subisce la scomunica della famiglia ed è costretta a fuggire con la bambina e a difendersi diventando una testimone di giustizia. Una fuga che le costerà un esilio di anni, di privazioni e di isolamento per sé e per la figlia, che crescerà nel nord nascondendosi continuamente, costretta sin da piccola a un’altra identità. Ogni volta che guardi il mare è però anche la storia di quella bambina, diventata adulta, e della sua coscienza che dolorosamente riaffiora fino a chiedere e ottenere giustizia nel nome del sacrificio di sua madre.  È il racconto di un reciproco perdono nel segno dell’aver capito che dietro ogni dolore e dietro ogni assenza c’era solo il desiderio di dare alla vita un senso, un valore”. (PO / Gil)

L’ITALIA ALL’ISHARA PUPPET FESTIVAL IN INDIA

Dopo la  vittoria dello scorso anno a Bangkok, come “Best puppet musical cabaret award" all’ “Harmony World Puppet Carnival”, (il più importante festival di marionette e burattini al mondo), quest'anno la Compagnia Teatro Verde di Roma rappresenterà l'Italia in India, all' Ishara International Puppet Festival 2016 - XIV edizione insieme ad altre otto compagnie provenienti da Egitto, Iran, Stati Uniti, Afghanistan, Russia, Svezia. Svizzera e India. Il Festival, che si svolgerà nelle tre città di New Delhi, Guargaon e Chandigarh, dal 5 al 12 febbraio, vedrà in scena Bravo, Bravissimo! di Andrea Calabretta, con la regia di Francesco Mattioni e la direzione artistica di Veronica Olmi (con il sostegno dell'Istituto Italiano di Cultura di New Delhi e il patrocinio di Unima Italia (union international de la marionnette). Lo spettacolo nasce dalla collaborazione tra il Teatro Verde e il Teatro Pirata di Jesi, due Compagnie storiche tra le più antiche del panorama del teatro di figura e del teatro ragazzi italiano, che da oltre 30 anni operano in maniera continuativa con oltre 200 repliche l'anno e decine di spettacoli in repertorio. Il Teatro Verde, in particolare, celebra quest'anno i 36 anni di Compagnia e i 30 anni della stagione teatrale - Premio Maria Signorelli per il teatro. Un bel modo, quindi, per festeggiare: tornando in India - dopo tanti anni e tanti spettacoli in tutti i continenti - grazie all'invito del direttore del festival ISHARA Mr. Dadi Pudumjee, che considera il lavoro e la storia della Compagnia un'eccellenza italiana da far conoscere in tutto il mondo. (red)

TERESA MANNINO IN “SONO NATA IL VENTITRE’”

Dopo una stagione di sold out in molti teatri italiani, Teresa Mannino ritorna all’Ambra Jovinelli di Roma - dal 9 al 14 febbraio - con il suo spettacolo “Sono nata il ventitré”. Altre 70 date in tutta Italia – un totale di oltre 140 repliche in un anno - per uno spettacolo che sembra non esaurire mai il suo pubblico. “Ho voglia di raccontarmi - dice Teresa Mannino - Voglio raccontare al mio pubblico la mia vita, com’ero, come sono cresciuta e come è cambiato il mondo intorno a me”.  “Sono diventata quella che sono - dice l’attrice siciliana - passando attraverso momenti difficili che mi hanno fatto crescere. Ecco, voglio raccontarvi i miei traumi; ad esempio? Ad esempio che ero la terza figlia e quando toccava a me fare il bagno, l’acqua non c’era più. Un classico. E poi voglio parlare dei calciatori di ieri e di oggi e del rapporto genitori figli”. Così, passando attraverso il racconto della sua infanzia trascorsa nell’ambiente protettivo ma anche adulto e forte della sua Sicilia, dei rapporti genitori e figli, o quello dei mitici anni ’70, Teresa ci racconta la sua versione dei mutamenti avvenuti in questi ultimi anni. “La mia forza e determinazione derivano dalla mia famiglia – afferma la Mannino - dai miei genitori che mi hanno amata incondizionatamente. Ero una ribelle ma loro mi hanno sostenuta anche quando non ho seguito le orme familiari, come ad esempio nei miei studi universitari”. Oggi che da figlia è diventata madre, Teresa individua nel rapporto genitori figli un cambiamento critico per cui siamo diventati iperprotettivi a scapito di bambini che crescono impacciati ed insicuri: “Siamo genitori talmente preoccupati di tutelare i figli dai pericoli quotidiani che non curiamo la società nella quale dovranno crescere”. “Sono una persona diretta, nel bene e nel male – conclude Teresa Mannino - Questo è il mio pregio ed il maggior difetto. Quando mi interpellano per sapere come la penso rischio sempre di ferire e di essere ferita. Sembra un paradosso, ma la sincerità può essere male interpretata. Anche nella mia carriera, soprattutto all’inizio, quando non mi conosceva nessuno, ho rischiato più volte di lasciare di stucco il pubblico per i miei modi diretti. Ora si divertono un sacco”. (PO / red)

 

(© 9Colonne - citare la fonte)