ROMA: “REAL BODIES” OLIMPIONICI
Roma ospita i Giochi Olimpici, anche se salterà l'edizione 2024. Parola di Venice Exhibition che porta nella Città Eterna un vero e proprio “comitato olimpico” di atleti cadaveri conservati con la tecnica della plastinazione. Lancio del disco, 100 e 200 metri piani, maratona, scherma, 110 metri ad ostacoli, tiro con l'arco, ma anche calcio, pugilato, basket, taekwondo, ginnastica artistica, sollevamento pesi, ciclismo. Sono solo alcune discipline sportive olimpiche che possono essere ammirate dal pubblico nella mostra “Real Bodies, scopri il corpo umano” che porta a Roma la più imponente esposizione anatomica mai realizzata al mondo, con 350 fra veri organi e corpi interi umani plastinati, fino al 9 luglio, sui 2000 metri quadrati del Guido Reni District. La mostra, che sta riscuotendo un grande successo promettendo di bissare i record della precedente esposizione di Milano, dedica un'intera sezione a molte fra le più amate discipline olimpiche, ma anche ad altre discipline praticate da tanti romani nella loro quotidianità come il body building, le arti marziali, l'aerobica, la danza. Un focus particolare è inoltre riservato a specialità sportive più recenti come la pole dance e il cross fit sempre più in voga nelle palestre. La plastinazione porta alla completa sostituzione dei fluidi corporei con dei polimeri bloccando per sempre la decomposizione, una tecnica che, nella sua apparente semplicità, richiede circa 1500 ore di lavoro e un costo che in certi casi può superare le 100 mila euro per ogni singolo corpo plastinato.
TRENTO: STORIA DELLA SUBACQUEA
Profondi, lontani, apparentemente irraggiungibili; il blu intenso degli abissi oceanici e l’oscurità dei fondali dei laghi alpini hanno da sempre affascinato e al contempo inquietato l’uomo, che da tempi immemorabili cerca di avventurarsi oltre l’interfaccia terra-acqua per sprofondare in una sorta di universo parallelo, quello del mondo subacqueo. L’esplorazione delle acque del cosiddetto “Sesto Continente” ha raccolto numerosi appassionati anche in Trentino, un territorio che grazie alla notevole presenza di laghi di alta quota offre molteplici possibilità di immersione. Fino al 2 luglio, al MUSE-Museo delle Scienze di Trento, la mostra “Rane Nere nel blu” racconta le figure degli uomini rana, palombari e subacquei di professione, sommozzatori sportivi e apneisti e ripercorre le pietre miliari dell’attività subacquea e dello sviluppo di tecnologie per l’immersione. Rievocando queste figure, che in vario modo, hanno partecipato all’evoluzione tecnica e culturale della subacquea, l’esposizione intreccia percorsi professionali e sportivi con la vita del club subacqueo Rane Nere. “Rane Nere nel blu” è organizzata nella ricorrenza del cinquantennale della fondazione del club subacqueo Rane Nere di Trento. Tra le antiche attrezzature tutt’oggi indispensabili nelle immersioni, vengono esposti i sistemi di respirazione che funzionano attraverso circuiti sia chiusi che aperti, nei quali l’aria o la miscela espirata viene rilasciata in acqua con produzione di bolle. Pezzo di pregio, un respiratore d’assalto usato dalle marine militari del blocco occidentale negli anni successivi alla guerra fredda. Infine, tra gli strumenti che hanno fatto la storia dello sviluppo tecnologico in ambito subacqueo troviamo il decompressimetro, i computer da polso, profondimentri e bussole. E per tutti gli appassionati di fotografia è presente una serie di macchine e custodie fotosub. Una speciale sezione racconta invece l’importanza della subacquea per le simulazioni spaziali, testimoniata da immagini dell’addestramento subacqueo di Samantha Cristoforetti, brevettata dal Club nel 1995.
NAPOLI, OMAGGIO A PICASSO
Nel 2017 si celebra a Napoli e a Pompei il centenario del viaggio di Picasso in Italia che l’autore compì insieme a Jean Cocteau per lavorare con i Balletti Russi a Parade, balletto che andò in scena a Parigi a maggio del 1917, su soggetto dello stesso Cocteau e musica di Erik Satie. Durante il soggiorno nel nostro paese l’artista fu a Napoli due volte, tra marzo e aprile del 1917, e a Pompei. Per l’occasione, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, la Soprintendenza di Pompei, il Museo e Real Bosco di Capodimonte e il Teatro dell’Opera di Roma, con il contributo della Regione Campania e attraverso la Fondazione regionale Donnaregina per le arti contemporanee e la società regionale Scabec, con la produzione e l’organizzazione di Electa, promuovono la mostra “Picasso e Napoli: Parade”, fino al 10 luglio al Museo di Capodimonte e all’Antiquarium di Pompei. L’evento espositivo permette di sottolineare l’importanza dell’incontro diretto di Picasso con l’antichità a Pompei e soprattutto con la cultura tradizionale napoletana, aspetto totalmente nuovo negli studi picassiani, attraverso alcune fra le sue maggiori espressioni - il presepio, il teatro popolare e il teatro delle marionette. Con Parade, il pittore cubista torna alla sua prima ispirazione legata al mondo del circo, rinnovando inoltre l’interesse per la tradizione classica, evocata poi da Cocteau con il suo “Richiamo all’ordine".
VENEZIA: LE BOE DI VINCZE
In occasione della Biennale di Venezia il Centro del Polo Museale Ferenczy presenta l'installazione “River Pool” dell'artista ungherese Ottó Vincze (1964), tra i più importanti dell'area Europa Centro-orientale. L'installazione è costituita da 17 boe a forma di sfera, dalle dimensioni di palle da biliardo di circa 1 metro che adattandosi al flusso d'acqua galleggia sulla superficie della laguna della Giudecca. Per l'inerzia del flusso d'acqua le sfere cambiano continuamente posizione pur essendo prefissate e preposizionate. L'installazione prevede due sfere bianche in più rispetto alle biglie previste dal noto gioco, le quali portano ciascuna uno stemma. Venezia è raffigurata da un leone, mentre la città di Szendre da due ancore. I simboli delle rispettive città si riferiscono sia al commercio fluviale/marino ivi svolto sia all'eredità culturale delle due città che appunto deriva da tale commercio. L'installazione infatti non fa altro che inserire tale messaggio in un contesto più leggiadro grazie anche ai colori. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l'Accademia d'Ungheria in Roma.
PISTOIA; “M’ARTE” NEI BOSCHI
Installazioni e opere di arte contemporanea, video e fotografie esposti in spazi privati come vecchie stalle e forni, abitazioni e poi chiese, chiostri, musei, strade e piazze. E’ questa la sesta edizione di “M’ARTE - Montegemoli Arte”, dal titolo “La natura delle cose” che fino al 2 luglio, hacome teatro i suggestivi borghi toscani nel territorio dell’Alta Val di Cecina: Montegemoli, Pomarance, Larderello, Volterra e il Castello di Querceto. Un progetto di arte contemporanea a cadenza biennale che mette insieme le suggestioni paesaggistiche, naturali e monumentali di questa parte di Toscana e i suoi abitanti con gli interventi di un gruppo di artisti, critici e professionisti del mondo dell'arte: Alessandro Amaducci (Torino, 1967), Laura Cionci (Roma, 1980), Eleonora Manca (Lucca, 1978), Franco Menicagli (Campiglia Marittima, 1968), Tom Mùller (Basilea 1975); il curatore Maurizio Marco Tozzi, Lino Strangis (Lamezia Terme, 1981); il critico e storico dell'arte Christian Caliandro; il filosofo co-fondatore della piattaforma di ricerca Waiting Posthuman Leonardo Caffo (Catania, 1988); la fotografa Marta Marinotti (Venezia, 1994). Una residenza per artisti e una mostra itinerante di installazioni, video-installazioni, fotografia, pittura e scultura, arricchita da un cartellone ricco di eventi collaterali come dibattiti, performance, teatro, musica, degustazioni e laboratori rivolti a scuole e famiglie.
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