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Nel regno delle teste vuote
trionfa la manipolazione

Nel regno delle teste vuote <br>trionfa la manipolazione

Giorgio Dobrilla

Marty Rubin, autore di aforismi che vive a New York (ma, sembra, nato a Padova) non ha una grande opinione dell’informazione giornalistica e televisiva, come traspare da questa sua opinione eccessivamente dissacrante: “L’informazione è ciò che si mette nelle teste vuote per tenerle vuote”. Tuttavia, a pensarci bene, pure coloro (non…tanti) che leggono i quotidiani e i tanti ghiotti di TV, non di rado hanno la sensazione che l’informazione pecchi di obiettività o sia poco chiara. Ricordo una frase di mia madre in dialetto triestino che borbottava in qualche occasione “Tanto i scrivi quel che i vol”.
Mamma non si riferiva tanto all’Autore o al contenuto specifico di un articolo, ma alle notizie più in generale. Immaginiamo poi quale significato possano avere le informazioni così spesso aleatorie e frequentemente anche anonime erogate dai cellulari. Rubin ironizza chiedendosi pertanto (siamo o no in era di crescente complottismo sempre e comunque?) se l’obiettivo di molta informazione non sia in verità quello di dis-informare, in modo che quelle che lui chiama “teste vuote” restino vuote.
La frase prospetta una realtà eccessiva che sarebbe davvero preoccupante se fosse totalmente vera, ma alcuni fatti farebbero pensare che almeno un pizzico di verità possa starci. Per quanto attiene alla carta stampata, come non domandarsi per esempio perché un unico editore punti ad essere proprietario di testate diverse? Si vuole “informare” oggettivamente i lettori oppure solo “influenzarli” a vantaggio in qualche modo degli interessi della proprietà? E quali limiti avrà l’“indipendenza” dei giornali?
Fortunatamente c’è Direttore e Direttore e ci sono giornalisti e giornalisti con la schiena dritta che si danno coraggiosamente da fare per riempire le teste vuote, ma forse non sono la maggioranza. Un’informazione di parte, d’altronde, in qualsiasi ambito e non solo in politica, sarebbe di per sé una specie di contraddizione in termini, perché essa sarebbe solo una voluta persuasione occulta. Più teste vuote ci sono, a parere di Rubin, e meno si accorgeranno di essere manipolate.

(© 9Colonne - citare la fonte)