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direttore Paolo Pagliaro

META' DEGLI EUROPEI TEME PRECARIETA' ECONOMICA NEI PROSSIMI MESI

Gli europei temono il rischio povertà e di cadere in una situazione economica precaria nei prossimi mesi. E’ quanto emerge dai dati del Barometro europeo sulla povertà e sulla precarietà economica 2023 di Ipsos e Secours Populaire, organizzazione di volontariato francese. L’indagine, della quale l’Arci è partner in Italia, ha coinvolto dieci Paesi, Francia, Italia, Polonia, Germania, Serbia, Moldavia, Grecia, Romania, Portogallo, Regno Unito, per un totale di 10.000 persone intervistate, 1.000 cittadine e cittadini per ogni Paese. La metà degli europei, il 48%, teme di ritrovarsi in una situazione economica precaria nei prossimi mesi; più di un europeo su due, il 51%, si è infatti già trovato nella situazione di dover diminuire le spese almeno una volta negli ultimi sei mesi per salute, riscaldamento, cibo, trasporti; oltre un genitore europeo su tre, il 36%, non è stato in grado di soddisfare i bisogni primari dei propri figli, dai pasti alla salute, dalla scolarizzazione al vestiario; il 30% dei rispondenti dei dieci Paesi afferma di avere sofferto la fame saltando un pasto almeno una volta. Oltre un europeo su due, il 55% - rileva ancora il Barometro sulla povertà e sulla precarietà economica - dichiara di aver visto diminuire sensibilmente il proprio potere d’acquisto negli ultimi tre anni, con le classi medie che stanno scoprendo gli effetti negativi della crisi, dall’aumento dei prezzi di cibo ed energia alla diminuzione dei servizi pubblici sostituiti con servizi privati più cari. Analoghi anche i dati relativi al nostro Paese. Il 69% degli italiani è preoccupato dal rischio di trovarsi in una situazione di precarietà nel prossimo futuro e il 37% dichiara di aver rinunciato a curarsi nell’ultimo anno per le liste d’attesa troppo lunghe del sistema sanitario nazionale e l’impossibilità economica di rivolgersi a strutture private. Un quadro preoccupante che evidenzia come il contrasto alla povertà, alla precarietà, alle diseguaglianze e alle esclusioni sociali dovrebbe essere una priorità per la politica, in Italia e in Europa. Un contrasto che passa anche da forme diffuse di mutualismo per rispondere a nuovi e vecchi bisogni espressi dalla società, per difendere e promuovere i diritti sociali, per diffondere una cultura solidale. In un quadro a tinte così fosche, non viene a mancare la solidarietà: la stragrande maggioranza degli intervistati nei 10 Paesi, il 76%, si dichiara disposta ad impegnarsi a favore di chi vive in povertà, proporzione che aumenta nei Paesi più sofferenti come Grecia, Portogallo e Serbia, dove la disponibilità aumenta fino all'84%. (red - 6 set)

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